Sassari, insulta i carabinieri: «Avete il coronavirus»
Una 30enne laureata in filosofia aggredisce i militari e finisce in tribunale con l’accusa di resistenza
17 febbraio 2020
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SASSARI. Quando ha visto i carabinieri impegnanti in un controllo stradale nella zona di viale Umberto ha deciso di dare una svolta improvvisa al suo San Valentino. Un venerdì sera che fino a quel momento era filato liscio in compagnia di un gruppo di amici, un po’ di musica dal vivo e forse qualche drink di troppo.
«Carabinieri, avete il coronavirus» ha urlato una 30enne sassarese passando accanto all’auto dei militari della sezione radiomobile e lasciando di stucco non solo i militari in divisa, ma anche i due giovani che si trovavano in sua compagnia.
«Scusi ce l’ha con noi?» le hanno risposto i carabinieri sperando di aver sentito male.
«Avete il coronavirus» ha ribadito la 30enne – laureata in filosofia e residente da qualche tempo nel nord Italia – sollevando il tono della voce e aggiungendo all’improbabile accusa qualche insulto all’indirizzo dei militari. A quel punto, quando erano da poco passate le tre del mattino, la questione si è fatta seria e i componenti della pattuglia hanno chiesto alla donna di fermarsi e di mostrare un documento d’identità.
Per tutta risposta la 30enne ha continuato a inveire contro i rappresentanti dell’Arma poi – mentre i due amici con cui stava rincasando provavano a ricondurla alla ragione – si è buttata per terra impedendo ai militari di identificarla. I carabinieri a quel punto hanno chiamato il 118 e chiesto l’intervento di un’ambulanza. La donna ha rifiutato di salire sul mezzo di soccorso e solo quando sul posto è arrivata la madre ha iniziato a ragionare. La disavventura notturna è proseguita prima in caserma, dove è stata dichiarata in arresto per resistenza e oltraggio e qualche ora più tardi in tribunale.
Alle 12 in punto di ieri, mentre la madre attendeva preoccupata fuori dall’aula, la donna è comparsa davanti al giudice Giulia Tronci insieme al suo difensore, l’avvocato Pietro Diaz. Mortificata per l’accaduto, in aula la 30enne si è mostrata dispiaciuta e preoccupata. In lacrime ha provato a spiegare al giudice di non ricordare molto di quanto riferito in l’udienza dai carabinieri.
L’incubo è finito all’ora di pranzo quando il giudice ha convalidato l’arresto e l’ha rimessa in libertà, rinviando il processo ad aprile. (l.f.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .
«Carabinieri, avete il coronavirus» ha urlato una 30enne sassarese passando accanto all’auto dei militari della sezione radiomobile e lasciando di stucco non solo i militari in divisa, ma anche i due giovani che si trovavano in sua compagnia.
«Scusi ce l’ha con noi?» le hanno risposto i carabinieri sperando di aver sentito male.
«Avete il coronavirus» ha ribadito la 30enne – laureata in filosofia e residente da qualche tempo nel nord Italia – sollevando il tono della voce e aggiungendo all’improbabile accusa qualche insulto all’indirizzo dei militari. A quel punto, quando erano da poco passate le tre del mattino, la questione si è fatta seria e i componenti della pattuglia hanno chiesto alla donna di fermarsi e di mostrare un documento d’identità.
Per tutta risposta la 30enne ha continuato a inveire contro i rappresentanti dell’Arma poi – mentre i due amici con cui stava rincasando provavano a ricondurla alla ragione – si è buttata per terra impedendo ai militari di identificarla. I carabinieri a quel punto hanno chiamato il 118 e chiesto l’intervento di un’ambulanza. La donna ha rifiutato di salire sul mezzo di soccorso e solo quando sul posto è arrivata la madre ha iniziato a ragionare. La disavventura notturna è proseguita prima in caserma, dove è stata dichiarata in arresto per resistenza e oltraggio e qualche ora più tardi in tribunale.
Alle 12 in punto di ieri, mentre la madre attendeva preoccupata fuori dall’aula, la donna è comparsa davanti al giudice Giulia Tronci insieme al suo difensore, l’avvocato Pietro Diaz. Mortificata per l’accaduto, in aula la 30enne si è mostrata dispiaciuta e preoccupata. In lacrime ha provato a spiegare al giudice di non ricordare molto di quanto riferito in l’udienza dai carabinieri.
L’incubo è finito all’ora di pranzo quando il giudice ha convalidato l’arresto e l’ha rimessa in libertà, rinviando il processo ad aprile. (l.f.)
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