La Nuova Sardegna

Sassari

Ztl nella città murata ma per “accenderla” servono altri 6 mesi

di Giovanni Bua
Ztl nella città murata ma per “accenderla” servono altri 6 mesi

Presentati i contenuti del progetto a Palazzo di Città Il Corso resterà aperto, niente su posteggi e aree pedonali

19 febbraio 2020
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SASSARI. Più che un progetto è un canovaccio. Che, nonostante la lunga gestazione, partita dallo “spegnimento” dell’Area Blu dello scorso 2 settembre e causata – ha spiegato il sindaco – da problemi tecnici e progettuali di varia natura, non entra nel merito di molte partite fondamentali, su tutte quella caldissima dei posteggi per i residenti. Non che il tempo per aggiungere i dettagli manchi, visto che Campus, in chiusura del consiglio comunale aperto di ieri pomeriggio al Palazzo di Città, ha ammesso che «prima di sei mesi sulla nuova zona a traffico limitato non si farà nulla». Eppure la cornice sembrava quella del grande annuncio: assemblea aperta convocata al teatro civico, sala piena di rappresentanti delle associazioni di categoria, di membri dei centri commerciali naturali, di curiosi e addetti ai lavori. E prima slide proiettata dal vicesindaco su un grande telo bianco a grande effetto: «Ecco la nuova Ztl. Che abbraccerà tutto il centro storico e lo tutelerà, libererà la città ottocentesca, e sarà permeabile e con procedure di accesso riorganizzate».

Poi alcuni dei pochi dettagli forniti. Prima di tutto sulle direttrici che rimarranno libere per le auto per attraversare la città murata. Su tutte il Corso, in senso discendente da piazza Castello a via Cesare Battisti, con il consueto giro in piazza Tola e via Pettenadu-via Satta per raggiungere piazza Mazzotti. E in senso ascendente, come ora, fino all’incrocio con via Pais. Poi i due “vicoli” lasciati aperti per andare da piazza Mazzotti a Corso Vico: via Gazometro e via Gran Condotto. E infine l’accesso (anche qui confermato) in piazza Università. Per il resto circolazione e sosta riservata a residenti, commercianti, pubblici ufficiali in tutto il cuore murato, in gradazioni che non sono state esplicitate. Il tutto controllato da sei accessi elettronici inseriti in quelle che sono state definite come zone calde, i nuovi varchi di via al Carmine e via Turritana, quello confermato in via Arcivescovado, le new entry in porta Utzeri e largo Monache Cappuccine e quello di via Margherita di Castelvì. Nel resto delle decine di “punti di contatto” tra zona aperta e traffico limitato il presidio degli accessi sarà affidato cartelli, controlli e fiducia in una civiltà in cui il sassarese automobilista in realtà non ha mai dimostrato di eccellere.

Un cenno infine alla città ottocentesca, che diventerà “zona 30”, in onore del più basso limite di velocità concesso alle auto. E poi fine dell’introduzione, senza un cenno a posteggi per residenti e a pagamento da ridisegnare, spostare, creare, alle problematiche per i commercianti della zona bassa, a zone pedonali e piano strategico di fondo.

Abbastanza per far arrabbiare l’opposizione che “carbura” dopo gli interventi più istituzionali del presidente di Confcommercio Peppa Canu, di Confesercenti Giuseppe Boccia, del presidente del comitato del centro storico Giovanni Ruiu, e di Carlo Colombino e Giusi Mura per i centri commerciali naturali (che hanno tutti dato la piena disponibilità per continuare insieme un percorso di condivisione sul futuro del centro). «Pronti a parlare di rigenerazione urbana. A osare», ha iniziato Fabio Pinna. «Sassari merita di più – ha rincarato Mariano Brianda – studi di urbanisti di fama, analisi, informazioni, idee e scenari. Non questa minima rappresentazione senza orizzonti Ennesimo atto unilaterale che ci riporta indietro». «Non abbiamo nessuna informazione su cui discutere – ha chiuso Lello Panu – non ci è stata fornita e forse non c’è».

«I problemi, tecnici e non politici da risolvere – ha chiuso il sindaco – sono stati e sono importanti. Anche per l’orografia del nostro centro, la cui tutela abbiamo deciso di estendere e omologare in tutta la città murata, liberando allo stesso tempo la città ottocentesca. Oggi iniziamo un cammino, aperto. Che avrà necessità di sei mesi per andare in porto. E lo facciamo confrontandoci con le realtà cittadine. Abbiamo valutato tutti i possibili scenari, e traiamo vantaggio da questo confronto, anche per sanare conflitti creati dall’esperienza passata tra residenti e commercianti. Tutto è perfettibile ma noi stiamo facendo una proposta, che ha una sua logica. Proteggere, liberare e rilanciare il cuore antico della città».

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