La Nuova Sardegna

Sassari

Riapre l’antico sentiero strappato a rovi e incuria

di Mauro Tedde
Riapre l’antico sentiero strappato a rovi e incuria

Grazie al Comune di Nulvi e a Forestas riprendono le passeggiate a Nastaru Il suggestivo percorso si inerpica tra terrazzamenti e rocce calcaree 

25 febbraio 2020
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NULVI. Grazie alla collaborazione fra il Comune di Nulvi e Forestas alcune importanti aree verdi del territorio comunale sono state ripulite dalle erbacce e dalla vegetazione infestante. E fra i tanti interventi portati a termine dagli operatori forestali particolarmente gradito ai nulvesi è stato il ripristino e la ripulitura del vecchio sentiero di Nastaru. Un lungo e tortuoso viottolo che si inerpica fra centinaia di piccoli appezzamenti di terreno che sorgono, fra infiniti terrazzamenti, a ridosso dei costoni calcarei della collina di San Lorenzo, la piccola ma affascinante altura che sovrasta il paese.

Ormai impenetrabile ed impraticabile a causa della folta vegetazione che se ne era impossessata il sentiero è stato felicemente liberato e messo in sicurezza con il ripristino dei tanti muretti a secco che lo caratterizzavano e che delimitavano i piccoli appezzamenti, che per secoli hanno garantito ai nulvesi e persino ai monaci dei due conventi che vi sorgevano, una preziosa riserva di frutta, legumi e ortaggi.

I terreni di Nastaru, protetti dal maestrale, erano molto ambiti per la buona qualità della frutta che vi si produceva (in particolare noci, ciliegie, fichi e prugne) e per l’amenità del luogo, ricco di una vegetazione folta e rigogliosa e di abbondante materiale costruttivo dovuto ai crolli della parete calcarea.

Il sentiero parte dall’immediata periferia del paese, nei pressi della chiesa seicentesca di San Giovanni e si inerpica in mezzo alla natura sino ad arrivare al cantiere forestale de Su Padru, che si sviluppa nel versante nord-ovest della collina.

Ora, insomma, si può raggiungere la zona boschiva gestita da Forestas anche a piedi, attraverso un suggestivo percorso ricco di profumi e di colori che soprattutto in questo periodo dell’anno caratterizzano tutta l’area e persino godere di uno stupendo panorama e di una veduta del paese davvero inconsueta.

Per gli appassionati di speleologia attraverso il sentiero si può raggiungere, sul bordo del costone, l’area de Sas pelcias, una serie di voragini di crollo allineate lungo una grande frattura di circa 200 metri e originate da un cedimento del costone calcareo verso il basso. Ognuna ha il suo nome: sa pelcia ‘e sa turre, sa pelcia ‘e s’iscalitta, sa pelcia ‘e sa criadura, sa pelcia e s’elighe.

Il recupero del sentiero consentirà quindi di poter apprezzare una parte del territorio che ha tanto da mostrare, e che nel passato non a caso veniva frequentata per i doni che offriva alla popolazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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