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Sassari, viaggio nel degrado: l’Incuria unica inquilina dei palazzi di via Galilei

di Luigi Soriga
Sassari, viaggio nel degrado: l’Incuria unica inquilina dei palazzi di via Galilei

Da oltre trent’anni gli edifici regionali dell’ex Inapli sono abbandonati. Nella rotatoria dei vigili urbani l’ex casermetta continua a cadere a pezzi 

01 marzo 2020
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SASSARI. I protagonisti della quarta puntata nel viaggio dentro l’incuria e il degrado, sono edifici molto familiari, ai quali lo sguardo si è quasi affezionato. Ci si passa accanto così spesso che nemmeno ci si fa più caso ai muri scrostati, alle finestre vuote e al senso di degrado che li avvolge. Sono lì da decenni, a ricordare come una città possa gettarsi via.

Caserma dismessa. Un test dell’assuefazione visiva al degrado è sicuramente la caserma della rotatoria in via Carlo Felice, poco più in su del comando dei vigili urbani. Quante volte si passa accanto a quell’edificio militare, e quante si volta si fa caso al suo stato di totale abbandono? I muri gialli anneriti e squamati, le recinzioni completamente arrugginite e a pezzi, le finestre senza infissi e il cartello stinto che avverte: «Zona invalicabile». È un monumento all’incuria che sta in piedi da oltre trent’anni.

Ex Inapli. Stesso discorso per le due palazzine in via Galileo Galilei. Inutilizzate da venticinque anni, non esattamente disabitate perché rifugio di fortuna per diverse famiglie di senza tetto. L’unica cosa se si è conservata bene è la targa: Regione Sardegna, Assessorato del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e sicurezza sociale. Due edifici distrutti dal tempo nel cuore della città e nessun progetto di riqualificazione o demolizione.

Ex istituto Agrario. Il rudere di via Bellini per un attimo ha sognato un futuro come casa d'accoglienza per senzatetto. Nel 2002 l'associazione "Les clochardes" aveva ottenuto dalla Provincia, proprietaria dell’immobile, la cessione in comodato d'uso ventennale. Il presidente Giuseppe Niedda aveva in mente grandi idee: 30 posti letto, mensa, sale ricreative, assistenti sociali e anche qualche camice bianco nei 360 metri quadrati. Ma nell'aprile 2008 lo stop al progetto dopo un'attesa di 6 anni. Perché i vigili del fuoco, dopo un sopralluogo, stabilirono che l'ex istituto Agrario era pericolante: indispensabile la messa in sicurezza. Arrivarono le transenne e anche la decisione dell'amministrazione provinciale: concessione in comodato revocata e addio al sogno della casa d'accoglienza. Da quel giorno l’edificio è sempre nelle stesse condizioni: imbalsamato nel degrado.

Nuovo Frank Hotel. Anche in via Torino, all’angolo via Diaz, si percepisce una sensazione di città irrisolta . L’incompiuta è quella del Frank Hotel, demolito e mai definitivamente ricostruito. Stesso destino per il palazzo di fronte, sempre con impalcature e reti di protezione. La Duap per l’esecuzione dei lavori risale al 2011.



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