La Nuova Sardegna

Sassari

«L’ho accarezzata e ho pregato che si salvasse»

«L’ho accarezzata e ho pregato che si salvasse»

Tra i primi ad accorrere sul luogo della disgrazia una donna che vive davanti al punto dello schianto

02 marzo 2020
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SASSARI. «Avevamo appena finito di cenare quando abbiamo sentito un rumore fortissimo provenire dalla strada, sembrava uno sparo. Poi siamo usciti e abbiamo visto quella scena terribile».

Gesuina Sanna, una pensionata che vive in via Lorenzo Auzzas a Baldinca, sabato notte è stata una delle prime persone ad accorrere sul luogo della disgrazia. Pochi istanti dopo lo schianto insieme a uno dei figli si è precipitata fuori dal cancello della villetta a due piani che si affaccia sulla strada e con altre persone hanno chiamato i soccorsi.

«Si sono fermate diverse macchine – racconta la donna ancora sotto choc – e prima che arrivasse l’ambulanza abbiamo provato a prenderci cura di quei due ragazzi».

Elisa non dava segni di vita, l’amico 17enne che l’aveva portata a fare un giro in moto dopo la festa di carnevale era in terra e non si dava pace.

«Chiedeva della sua amica – racconta con dolore Gesuina Sanna – e si lamentava. Abbiamo provato a tranquillizzarlo e qualcuno ha portato una bottiglia d’acqua per fargli lavare le mani e il viso. La ragazza invece non si muoveva – aggiunge la donna portandosi le mani alla testa – poverina, era solo una bambina, che disgrazia, che disgrazia».

Prima dell’arrivo dei soccorritori del 118 – mentre qualcuno più esperto tra i presenti provava una disperata manovra di rianimazione – Gesuina Sanna, come una nonna affettuosa, si è inginocchiata accanto a Elisa e le ha dato una carezza, poi ha pregato per lei, mentre poco dopo medici e infermieri con le tute arancioni tentavano disperatamente di tenerla in vita.

«Le ho detto “figlia mia fatti coraggio” – racconta Gesuina Sanna – e l’ho accarezzata a un braccio, ma non si muoveva. Era mascherata, povera ragazzina – aggiunge la donna – aveva una minigonna e le calze lunghe e forse una maglietta di Topolino. Quando l’ambulanza è partita di corsa verso l’ospedale – aggiunge la pensionata – ho pregato che si salvasse, ma poco dopo abbiamo saputo che purtroppo non ce l’aveva fatta. Sabato notte – conclude Gesuina Sanna – non ho chiuso occhio, continuavo a pensare a quella povera ragazza e al suo amico che gridava il suo nome e ci chiedeva di aiutarla». (l.f.)

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