La Nuova Sardegna

Sassari

Ittiri, l’autista dell’Arst verso il processo

di Luca Fiori
Ittiri, l’autista dell’Arst verso il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per il conducente del mezzo che nel 2017 travolse Antonio Meloni. Udienza fissata ad aprile

04 marzo 2020
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ITTIRI. Dovrà comparire all’inizio di aprile davanti al giudice dell’udienza preliminare Giancosimo Mura, Andreuccio Uggias – 47 anni di Sennori ma residente a Sassari – l’autista dell’Arst che si trovava alla guida del pullman lungo 18 metri, sotto il quale il 24 novembre del 2017 trovò la morte il povero Antonio Meloni, studente di soli 14 anni, davanti agli occhi dei suoi amici.

Il sostituto procuratore Mario Leo ha chiesto per l’uomo, difeso dall’avvocato Nicola Satta, il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. A febbraio dello scorso anno i legali della famiglia di Antonio, gli avvocati Vittorio Delogu e Michele Galia, si erano opposti all’iniziale richiesta di archiviazione dello stesso pubblico ministero, allegando una nuova perizia, eseguita dall’ingegnere cagliaritano Stefano Ferrigno.

La loro tenacia era stata premiata a ottobre del 2019 – a due anni di distanza dalla tragedia – quando il giudice delle indagini preliminari Carmela Rita Serra, dopo aver letto la nuova relazione sull’incidente aveva sciolto la riserva e imposto al pm di formulare l’imputazione per omicidio colposo nei confronti dell’autista dell’Arst. Per il perito della famiglia Meloni il conducente del mezzo pubblico «non avrebbe dovuto semplicemente rallentare – aveva scritto il gip nelle quattro pagine di ordinanza – ma arrestare la marcia del veicolo, tanto più che come egli stesso ha sostenuto e come rilevato dal consulente del pm aveva una visuale molto limitata».

La tragedia si era verificata alle 7.30 del mattino nel piazzale di via Missingiagu, la distesa d’asfalto antistante il cimitero di Ittiri, da cui ogni mattina, a bordo dei pullman dell’Arst, gli studenti del paese partono per raggiungere gli istituti scolastici di Sassari e Alghero. L’autista del mezzo pubblico era stato iscritto immediatamente nel registro degli indagati da parte della Procura della Repubblica di Sassari per omicidio colposo, ma dopo aver letto la consulenza tecnica dell’ingegner Marco Antonio Pes, responsabile della Motorizzazione civile di Sasari, il titolare dell’inchiesta aveva chiesto l’archiviazione del procedimento penale. Il perito aveva stabilito che Antonio «era caduto improvvisamente, forse per la perdita di equilibrio, battendo il capo contro il manto stradale – c’è scritto nell’ordinanza di rigetto della richiesta di archiviazione – e solo dopo che era già a terra le ruote del bus avrebbero “pizzicato” leggermente l’arto inferiore sinistro». Per i genitori di Antonio Meloni, figlio unico, era stata una mazzata. Non poter sapere se ci fosse un responsabile per quella tragedia immane aveva aggiunto dolore allo strazio con cui Francesco Meloni e sua moglie Caterina Tilocca sono costretti a vivere da quasi due anni e mezzo. Ora forse ci sarà un processo e i giudici cercheranno di stabilire le responsabilità della tragedia. Il pullman su cui Antonio doveva salire per recarsi a scuola, al liceo Scientifico di Sassari, non riuscì a evitarlo perché il 14enne – insieme ai compagni – correva accanto al mezzo pubblico per assicurarsi un posto a bordo. Un’usanza assurda, diffusa in tanti centri dell’isola, che autisti dell’Arst e sindacalisti avevano segnalato più volte. Nessuno però prese provvedimenti e il sorriso di Antonio si spense a soli 14 anni, quando il giovane studente si era appena affacciato alla vita.

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