La Nuova Sardegna

Sassari

«Speriamo di ripartire e fare Festha Manna»

di Gavino Masia
«Speriamo di ripartire e fare Festha Manna»

Il ristoratore Max Cilia: il Comune programmi le manifestazioni più avanti Stipendi pagati fino al 12 marzo, poi gli ammortizzatori sociali. «Ce la faremo»

20 marzo 2020
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PORTO TORRES. Tra le attività commerciali presenti nel salotto cittadino il primo ad abbassare le serrande è stato il ristorante-pizzeria Piazza Garibaldi. «Una chiusura totale anche prima del decreto del Governo – ricorda il ristoratore Massimiliano Cilia – perché non volevano far lavorare i dipendenti in situazioni già a rischio: la maggior parte del personale lavora con me sin dall’inizio dell’attività, ossia 22 anni fa, e altri da un periodo piuttosto lungo». A tutti i lavoratori l’azienda riconoscerà lo stipendio relativo ai primi 12 giorni di marzo e per gli stessi poi scatterà la cassa integrazione in deroga decisa dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri. «Non conosco la quota esatta dell’ammortizzatore sociale – aggiunge Cilia – ma spero possa aiutare soprattutto le famiglie che hanno in corso mutui o affitti per la casa: la speranza è quella di ripartire più forti di prima per cercare di sfruttare buona parte di periodo estivo. Come imprenditori viviamo infatti alla giornata e non ci sono riserve di cassa considerato che l’emergenza epidemiologica è arrivata in pieno inverno». Secondo le previsioni le attività commerciali resteranno chiuse anche durante le festività pasquali e molto probabilmente per la Festha Manna. «Proprio per i tre giorni della festa patronale non religiosa – dice il ristoratore – voglio chiedere al sindaco, a nome dei commercianti, di spostare le date della Festha ad altri mesi, perché quelle giornate sono molto importanti per tutte le attività commerciali di Porto Torres». Le prenotazioni dei turisti per i mesi estivi sono ovviamente saltate considerando il periodo attuale, però secondo Massimiliano Cilia la ricetta per andare avanti è quella di rimboccarsi le maniche e cercare di attrarre la gente sarda. «Dobbiamo puntare allora a programmare un’estate diversa da sempre, con turisti locali, delle località costiere e dell’entroterra. Sono persone che già da anni vengono volentieri nella nostra città, parlo almeno del mio locale, e che con le loro presenze possono sostenere la nostra economia. L’unica cosa da fare adesso è quella di attendere con pazienza dentro le nostre case, perché più restiamo al sicuro e prima possiamo ripartire alla grande». L’’ultimo pensiero di Massimiliano Cilia è dedicato al suo personale storico: «Sono orgoglioso di loro e mi dispiace lasciarli a casa, perché sono persone che hanno fatto sacrifici insieme a me per portare avanti negli anni l’attività di ristorazione».

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