La Nuova Sardegna

Sassari

«Finita l’emergenza torni la didattica»

«Finita l’emergenza torni la didattica»

Appello della Flc-Cgil: «Vigiliamo perché la “distanza” non diventi una regola»

14 aprile 2020
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SASSARI. «La scuola al tempo della non scuola, ma la didattica è un’altra cosa». Inizia così un lungo documento della Segreteria provinciale della Flc-Cgil di Sassari, scritto dal punto di vista degli insegnanti, che vivono «con grande disagio e preoccupazione questo tempo sospeso dall’emergenza sanitaria». «Ogni mattina elaboriamo strategie, idee e attività, che ricaviamo dalla nostra esperienza, ma i nostri alunni ci mancano». «Passerà, torneremo a vederli, a fare l’appello, a fare lezione, laboratori, approfondimenti, verifiche, a fare didattica – si legge nel documento –. La didattica, nel senso pieno del concetto, tutto ciò che in una videoconferenza, o non è concepibile, o comunque perde gran parte della sua efficacia. Tantissime sono le situazioni in cui questa modalità è assolutamente improponibile e impraticabile, pensiamo in particolare alle migliaia di alunni con disabilità gravi per i quali il rapporto fisico e affettivo quotidiano è ossigeno puro. O agli alunni con bisogni educativi speciali».

«E allora, è necessario chiedersi, ma oggi cosa stiamo facendo? L’hanno chiamata solennemente didattica a distanza, ma la didattica è prossimità fisica, è percezione di stati d’animo, è relazione, è sostegno, è confronto e scontro, non distanza; la distanza ci isola, la didattica ci unisce. L’hanno chiamata didattica, ma non è. Tutto il mondo scuola vive una provvisorietà accettata solo perché considerata un’esperienza a termine: passata l’emergenza, facciamo tesoro di alcuni strumenti tecnologici in più, se aiutano il lavoro, ma poi riprendiamo rapidamente le prassi che la distanza ha solo messo da parte».

«Il vero nodo – chiude il documento – sul quale le organizzazioni sindacali, ma in realtà, la società tutta, dovranno vigilare con grande attenzione, è proprio questo: la tecnologia, che non è, e mai potrà essere neutra, rischia di introdurre un cambiamento profondo, e per certi versi irreversibile. Per questo scopo, forse, le videolezioni potranno anche andare bene, ma, ripetiamo ancora una volta, la didattica è altra cosa».

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