La Nuova Sardegna

Sassari

La Pasquetta più spettrale di sempre

di Luigi Soriga
La Pasquetta più spettrale di sempre

Uno scenario desolante: litoranea e pineta deserte, barbecue spenti. Posti di blocco per fermare i disobbedienti

14 aprile 2020
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SASSARI. Una pasquetta spettrale, da pianeta disabitato. Lungo le strade prospettive deserte, con la Buddi Buddi più desolata di un’alba piovosa di febbraio. Doveva essere un test sul senso di responsabilità dei sassaresi, e l’esame è stato superato a pieni voti.

Alle 11 del mattino non si vede anima viva, e le poche auto che ronzano sono con le sirene sopra la cappotta. L’atmosfera però, nel perimetro urbano e sulla litoranea per Platamona è da assedio militare. Posti di blocco disseminati in tutte le uscite della città, lungo la 131, sulla Buddi Buddi, e nei vari pettini che portano al mare. Insomma, vita difficile per gli eventuali furbetti della scampagnata, che ci hanno pensato due volte prima di avventurarsi nell’esodo verso le seconde case. Il risultato è la Pasquetta più silenziosa e vuota della storia: chilometri e chilometri di niente, senza una sola, misera colonnina di fumo che si sia levata da una graticola. È il coprifuoco nel regno del barbecue. Cancelli con catena e lucchetti, portelloni chiusi, graticole spente, nessun profumo di pancetta arrosto captabile nel raggio di svariate miglia.

Uscire da Sassari, d’altronde, equivaleva a una piccola fuga da Alcatraz. Via Pascoli, via Pirandello, Latte Dolce, Sassari due, e ancora via Carlo Felice, via Budapest presidiate dalle pattuglie della polizia municipale. Ogni auto in transito viene puntualmente fermata e il conducente costretto a esibire una autocertificazione con un valido motivo. E in una giornata dove i negozi sono chiusi e non regge più l’alibi della spesa, la giustificazione deve essere sensata per non incorrere in una sanzione salata. Non basta: i vigili urbani hanno voluto giocare d’anticipo anche contro gli automobilisti più scaltri, convinti di aggirare i controlli ricorrendo alle uscite secondarie. Posti di blocco anche in via Demartini, che da Li Punti rappresenta un collegamento alternativo e più riservato verso Platamona. E controlli anche in via Piandanna, con la sua scorciatoia interna che approda verso l’agenzia delle Entrate. Insomma, tutto il flusso di vetture in uscita è passato al vaglio degli agenti, ed è stato talmente esiguo che ogni auto, dalla prima all’ultima, è stata fermata e controllata. Stessa identica trafila la sera, nelle medesime postazioni tattiche, per il rientro in città. Le sanzioni sono state davvero pochissime, e questo rappresenta un dato che fa ben sperare. Lo scenario dell’agro sassarese, poi, aveva un non so che di apocalittico. Con una quiete innaturale, da umanità rintanata e vita in totale stand-by. I rettilinei sgombri, a perdita d’occhio sulla litoranea di Platamona fanno impressione. Non si incrocia un’auto, la pineta è una landa disabitata, anche la spiaggia è una mezzaluna bianca spettrale. Alla Rotonda c’è una pattuglia della polizia. Più avanti sono operativi i carabinieri. Alla Marina di Sorso invece ecco la Guardia di Finanza. Controllano una signora che ha appena parcheggiato: ha un certificato medico che prescrive camminate e aria di mare. È in regola. Il rettilineo di Marritza è uno sterminato encefalogramma piatto. A bordo carreggiata, all’hotel Tonnara, gli uomini della forestale allungano la paletta. Sopra Porto Ferro, Porto Palmas, la Frana e Fiume Santo hanno volteggiato i droni della polizia locale, ma è stato un volo sopra il deserto. Perché la vita, in questa pasquetta apocalittica ai tempi del coronavirus, ha continuato a pulsare indoor, sotto pelle, dentro le case, con il forno al posto della graticola, il divano al posto dell’erbetta, le pantofole invece delle scarpe da tennis, e le finestre spalancate verso giorni più spensierati.

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