La Nuova Sardegna

Sassari

L’ultimo medico a Casa Serena

di Giovanni Bua
L’ultimo medico a Casa Serena

Il sindaco torna all’attacco sulla “fuga” dei dottori di famiglia: «Solo uno segue i suoi pazienti»

18 aprile 2020
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SASSARI. Stemperare le polemiche? Nemmeno per idea. Anche perché la parola «abbandono», che il sindaco Nanni Campus ha usato nella lettera ufficiale inviata al presidente dell’ordine dei medici Nicola Addis, chiedendogli di trovare sanitari di base per 31 pazienti di Casa Serena, è «l’unica possibile da usare. Gli ospiti di Casa Serena, che è una casa di riposo e non una Rsa, e che dunque vengono normalmente seguiti dai loro medici di famiglia, sono stati letteralmente, e senza motivo, abbandonati. E, a seguire i suoi pazienti, ne è rimasto solamente uno».

Questo l’affondo del primo cittadino, medico a sua volta: «Che proprio per questo non può accettare quello che è successo. Ci sono medici, Oss, operatori, imprese di pulizia, che continuano a svolgere quotidianamente il loro importantissimo lavoro. Che entrano a Casa Serena e nei presidi ospedalieri a rischio, perché è quello che devono fare. E invece ci sono medici che hanno semplicemente mandato una mail, che sono pronto ad esibire a chiunque lo chieda, dicendo che siccome a Casa Serena erano presenti casi di Covid non si sarebbero più recati nella struttura a visitare i loro pazienti. In barba alla legge che prevede che se un medico di famiglia si assenta deve trovare il sostituto. Perché non è compito del sindaco trovarlo. E invece, con grande difficoltà, abbiamo dovuto provvedere, grazie all’aiuto dell’Ats e dei medici militari del Celio, a fare anche questo».

Attualmente a Casa Serena l’unico medico in servizio: «E’ Oliviero Diana – sottolinea Campus – che sta continuando ad assistere i suoi pazienti nella casa di riposo. Non posso che ringraziarlo. Il problema dei medici di base all’interno di Casa Serena è nato esattamente all’inizio dell’emergenza. Non a caso ho dovuto chiedere il supporto della medicina di distretto. Casa Serena non ha una direzione sanitaria né personale medico. Gli ospiti sono nella casa di riposo ma è come se fossero a casa loro. Seguiti dai loro medici per le loro varie e spesso complesse patologie. Stiamo parlando di una comunità di anziani con terapie che vanno calibrate e gestite dal medico di fiducia. Io posso anche capire il disorientamento iniziale, ma da tempo i dispositivi per la protezione individuale sono a disposizione dei medici di base come di tutti gli altri operatori».

«Ma non è bastato – continua il sindaco –. Il termine abbandono può sembrare forte, ma sinceramente non ne trovo altri. Qualcuno si potrà anche offendere, ma questa è la verità ed è ampiamente documentata. Io dunque ringrazio il medici Oliviero Diana, che è al lavoro. Ringrazio l’Ats per l’impagabile supporto che ci ha fornito e ci sta fornendo. E che ci ha permesso di mettere in sicurezza la struttura in un momento di grande preoccupazione. Con i sanitari che sono arrivati che, oltre che occuparsi dell’emergenza Covid, hanno dovuto anche “imparare” la storia dei nostri anziani ospiti, per potere diventare i loro medici di fiducia. Io spero che questo grave problema si possa risolvere, e non voglio polemizzare. Ma penso anche che qualche puntino sulle i vada messo».

Per il resto la situazione nella casa di riposo comunale resta preoccupante ma è stabile. I positivi al virus sono 60 e i negativi sono 43. «Fortunatamente – ha spiegato Campus – i positivi al virus sono in buone condizioni e non presentano particolari sintomatologie. Inoltre ha ripreso servizio l’assistente sociale per il contatto tra gli ospiti e i parenti, ed è operativo un supporto psicologico sia per gli anziani che per i parenti».

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