La Nuova Sardegna

Sassari

«Tre voli e 48 ore di viaggio ma sto bene»

di Luca Fiori
«Tre voli e 48 ore di viaggio ma sto bene»

È tornata a casa la ricercatrice sassarese bloccata in Nuova Zelanda. Laura Pintore aveva lanciato un appello alla Farnesina

23 aprile 2020
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SASSARI. Ci sono voluti tre voli e quarantotto ore di viaggio che l’hanno portata da una parte all’altra del pianeta, ma alla fine ha potuto riabbracciare i suoi cari e tirare finalmente un sospiro di sollievo.

È arrivata a casa a Roma dove vive la sua famiglia, Laura Pintore, la ricercatrice sassarese di 27 anni che qualche giorno fa aveva lanciato un appello alla Farnesina, lamentando di trovarsi dall’altra parte del mondo e di essere stata dimenticata insieme ad altri connazionali. A riempirla di feste insieme ai parenti anche Juno e Pepper i due cagnolini di famiglia, impazziti di gioia quando ha varcato la soglia di casa dopo quasi tre mesi di assenza.

Il suo appello i giorni scorsi era stato rilanciato dalla Nuova Sardegna e da alcune testate nazionali.

Studi universitari tra Roma e Torino, dal 29 gennaio a Wellington (Nuova Zelanda) per un dottorato di ricerca promosso da Università di Torino, Wwf Italia e National institute of water and atmospheric research, la ricercatrice aveva raccontato la sua odissea e chiesto che qualcuno si occupasse di lei.

«Per una piacevole coincidenza o a seguito delle sollecitazioni pervenute – racconta Laura Pintore – l’ambasciata d'Italia a Wellington da quel momento si è attivata e si è resa disponibile a fornirmi indicazioni su voli speciali organizzati da altri paesi europei e l’assistenza da parte dell’ambasciatore è stata quasi premurosa».

Eppure i primi contatti con i rappresentanti del nostro paese in Nuova Zelanda non erano stati piacevoli. «Io e altri tre italiani siamo stati ricevuti in un pianerottolo e invitati a consultare le Faq sui siti di Ministero degli Esteri», aveva raccontato Laura Pintore. Fortunatamente, forse anche grazie alla spinta mediatica, qualcosa è cambiato. Per segnalare il suo caso c’era stata anche un’interpellanza parlamentare da parte del senatore Enrico Aimi, membro della Commissione Esteri del Senato.

«Dall’ambasciata – spiega la ricercatrice – ho saputo che l'ultima possibilità di rientro in Italia sarebbe stata il 18 di aprile con un volo speciale organizzato dal Governo francese, data dopo la quale, per quanto mi è stato detto, anche la Qatar Airways, unica compagnia aerea ancora attiva, avrebbe interrotto ogni attività fino a giugno. Pertanto, ho deciso di approfittare di quest’ultima opportunità e di tornare. È stato un viaggio lungo e faticoso, di quasi 48 ore e ovviamente a mie spese – prosegue Laura Pintore – ma ne è valsa totalmente la pena. Ho dovuto prendere tre aerei e devo dire che solo sul Parigi-Roma della compagnia Alitalia, sono stati osservati i protocolli di sicurezza anti covid19, con la misurazione della temperatura prima di salire a bordo, obbligo di mascherine e distanza di sicurezza. Sono molto felice di essere riuscita a rientrare in Italia – conclude la ricercatrice – ma non posso non pensare ai diversi connazionali rimasti in Nuova Zelanda che non sono riusciti a tornare. Non ne conosco il numero esatto ma, voglio pensare che la nostra ambasciata conosca perfettamente la situazione di tutti e se ne stia occupando».

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