La Nuova Sardegna

Sassari

Soro: «Pronti a riaprire reparti e ambulatori»

di Giovanni Bua
Soro: «Pronti a riaprire reparti e ambulatori»

Il commissario Aou illustra punti di forza e debolezza delle strutture ospedaliere  Tra Rsa e Case di riposo solo 12 i positivi rimasti, nel picco di aprile erano 301

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SASSARI. Dodici positivi rimasti tra Rsa e Case di riposo, l’epicentro di un terremoto che nella settimana orribile tra il 4 e il 9 aprile sembrava dover travolgere tutto: 259 contagiati tra i 301 ospiti, decine di decessi (alla fine sono 49 in tutto) numeri e procedure fuori controllo. È il dato che dà più il senso della fine della tempesta quello che riguarda Casa Serena e la Rsa San Nicola a Sassari, Villa Gardenia a Ossi, La casa Bicheddu-Deroma a Porto Torres e Casa Bonaria a Torralba. E allo stesso tempo ammonisce a non abbassare la guardia, perché tutto non rinizi.

Con questo spirito ieri mattina nel palazzo della Provincia si è riunita la tavola rotonda territoriale della sanità, organizzata da Aou, Ats e Unità di crisi locale. A tutti gli effetti il primo convegno post-Covid nell’Isola. Con la prima linea dei camici bianchi sassaresi che hanno messo in fila esperienze e racconti, insegnamenti e paure, procedure e falle, per raccontare quello che dentro l’ospedale cittadino, e in generale nelle strutture sanitarie e assistenziali del territorio è successo, e quello che non dovrà succedere più.

Questo «attraverso procedure, automatismi operativi e standardizzati di gestione dell'assistenza. E ancora, percorsi logistici e tecnologici, utilizzo corretto dei dispositivi di protezione individuale e attività di sorveglianza sanitaria su operatori sanitari e sui pazienti che accedono alle strutture». Così il commissario straordinario dell’Aou Giovanni Maria Soro, ha descritto i cardini sui quali si dovrà basare la “fase 2” che «dovrà prevedere una graduale riapertura delle strutture all'utenza». Spazio poi alla riorganizzazione «Area chirurgica, area medica, pronto soccorso e area ambulatoriale sono questi gli ambiti che vedranno le maggiori novità – ha sottolineato Soro –. Il palazzo di Malattie infettive sarà sempre punto di riferimento ma , gradatamente, riprenderà la sua attività ordinaria. E così il terzo piano sarà dedicato alla patologia Hiv e Aids, con 12 posti letto e capacità sino a 20. Il secondo piano viene diviso in due, con 7 posti letto dedicati ai grigi e 7 ai pazienti Covid. Al primo la terapia intensiva con quattro posti letto».

Per l’area chirurgica «stiamo lavorando per ridefinire le procedure di pre-ospedalizzazione per gli interventi – ha detto il commissario –. Puntiamo a migliorare l'organizzazione e la risposta efficiente in termini di utilizzo delle sale operatorie». Nell’area medica l'Aou punta a ripristinare in maniera graduale l'intera capacità operativa dei diversi reparti chiusi o ridimensionati. «Stiamo cercando di fare alcuni spostamenti – ha precisato Giovanni Maria Soro - che ci consentono di trovare delle soluzioni per alcuni deficit strutturali o organizzativi che abbiamo storicamente nelle cliniche universitarie. Il progetto non determinerà nessuna riduzione di posti letto ma risposte più efficaci per i pazienti». Per il pronto soccorso: «Stiamo agendo su protocolli e procedure per rendere più efficiente la risposta, in considerazione anche dell'incremento degli accessi, passati dai 40 del periodo dell'emergenza, ai 60-80 di questo ultimo periodo. Creeremo un'area filtro nell'astanteria del vecchio pronto soccorso». Un impegno particolare l'Aou lo sta indirizzando verso l'attività ambulatoriale, «Che è forse quella più critica – ha precisato il commissario – . Il primo passo sarà quello di centralizzare le aree dove si svolge l’attività. Partiremo con il 30 per cento della capacità erogativa, per testare la bontà della procedura e poi, man mano, tornare alla normalità». Anche qui accessi solo dietro prenotazione di visita o esami. E check point con pre-triage e autocertificazione.

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