La Nuova Sardegna

Sassari

Buoni celiachia, rimborsi Assl in ritardo

di Paoletta Farina
Buoni celiachia, rimborsi Assl in ritardo

Allarme dai malati: da gennaio i rivenditori dei prodotti senza glutine non hanno ricevuto un euro e rischiano di chiudere

26 maggio 2020
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SASSARI. Cinque mesi senza ricevere i rimborsi dell’Assl di Sassari per i buoni celiachi. I negozi che vendono i prodotti senza glutine indispensabili perché chi soffre di questa malattia possa avere una vita normale, rischiano la debacle. Associazioni e gruppi di celiaci sui social lanciano l’allarme. Ammontano, infatti, a centinaia di migliaia di euro i crediti non incassati a partire dallo scorso gennaio dai rivenditori del settore convenzionati con il servizio sanitario regionale. Che di questo passo potrebbero essere costretti a fornire i prodotti facendoli pagare.

Rimasti aperti anche durante l’emergenza Covid in quanto il loro servizio è stato considerato tra quelli essenziali. Eppure la burocrazia evidentemente non lo ritiene tale se può permettersi di non liquidare le fatture. «Cosa dobbiamo fare, avviare un'azione legale per ottenere in tempi rapidi quello che ci spetta?», è la domanda dei commercianti.

Dopo i primi ritardi (in genere il rimborso da parte dell’Assl arriva dopo trenta giorni dall’emissione della fattura elettronica da parte dei negozianti) è cominciata a crescere la preoccupazione perché dipendenti e fornitori devono pur essere pagati. E anche la clientela che, abituata a servirsi nei suoi negozi di fiducia dove grazie alla convenzione regionale non è necessario anticipare alcuna spesa, si è chiesta se questo regime si sarebbe interrotto.

«Perciò abbiamo provato ad avere informazioni, anche attraverso mail certificata, rivolgendoci al presidente della Regione e alla direzione della Azienda sanitaria, sui motivi di questo prolungato ritardo _ spiegano Massimo Saba e Angela Fais, titolari di ZeroGlutinelife, a Predda Niedda _. Ad oggi sappiamo soltanto che l’assessorato regionale alla Sanità il 23 aprile ha chiesto all’Ats , sulla base delle nostre segnalazioni notizie e assicurazioni sui tempi per trovare una soluzione al problemi, ma niente è cambiato da allora ».

«Eppure fino allo scorso gennaio siamo sempre stati rimborsati con regolarità – dicono a Intollerandia, che ha sede a Li Punti–. Nel frattempo noi e altri colleghi stiamo sempre accettando i buoni, ma non si può continuare di questo passo. Dietro l’angolo c’è il rischio reale di essere costretti a chiudere».

«Non tutti i negozi di prodotti gluten free, però, visti i ritardi, stanno accettando i buoni e quindi siamo costretti a sborsare di tasca – spiega Milena Cau, blogger che ha creato su Facebook il gruppo Celiamici Nord Sardegna dove il tema è all’ordine del giorno –. Viene così negato il diritto a scegliere il tipo di alimentazione che è più adatto a ciascun celiaco, e non ci pare che sia giusto nei nostri confronti».

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