La Nuova Sardegna

Sassari

Disegni e rime: ecco il diario della pandemia

di Giovanni Dessole
Disegni e rime: ecco il diario della pandemia

Gli studenti della scuola media Monte Rosello Basso raccontano a loro modo l’esperienza lockdown

31 maggio 2020
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SASSARI. “Basta uno starnuto e tutti scappan via. Per affrontare l’epidemia ci vuole molta ironia”. Ancora: “Un virus nato in Cina. Piano piano si avvicina”. E poi “Il virus funesto, in giro s’è perso. E ora s’aggira tra la gente vicina. Coronavirus viene chiamato, e tutto il mondo ha già infettato”. Parole semplici ma ricche di significato, capaci di colpire perché scritte da bambini, gli studenti delle classi terze (A, B e D) della scuola secondaria IC Monte Rosello Basso di Sassari. Parole in forma di versi, associate a disegni: creatività stimolata dall'entusiasmo delle professoresse Annamaria Atzori e Barbara Carboni. Poesie e disegni hanno dato vita al progetto “Diario di una pandemia: Covid-19”, nato in seno alla didattica a distanza e diventato occasione di confronto e vicinanza seppure a distanza. Occasione, soprattutto, di dare voce ai più piccoli protagonisti di un lockdown per nulla facile da affrontare. Per nulla facile, anche a 13 e 14 anni. «Spesso pensiamo che i ragazzi siano capaci di superare con leggerezza alcuni ostacoli. Li immaginiamo fare spallucce, ma non è esattamente così – spiega la prof Atzori -. Quando è partita la didattica a distanza abbiamo proposto delle attività specifiche alle nostre classi virtuali. I nostri studenti erano un po' spaesati, hanno subito il contraccolpo dato dallo stabilirsi delle distanze fra loro. Hanno bisogno di pacche sulle spalle, di stringersi, di abbracciarsi. Hanno risentito di questo distacco e dovevamo fare qualcosa per alleviare questa pressione». La base di partenza sono i programmi scolastici di Italiano (la poesia) e Arte e Immagini (l'impressionismo). Lo scrivere e il disegnare hanno consentito ai ragazzi di esternare emozioni e sensazioni rappresentandole in versi e tratti. “Il risultato è stato sorprendente. Abbiamo messo insieme tutti gli elaborati prodotti, anche semplici a volte ma figli dell'età dei loro autori e comunque carichi di significato e suggestioni – prosegue l'insegnante -. Lavori che raccontano paure, amici, vita casalinga e che hanno come protagonista Corona, un personaggio che alla fine è stato messo in gabbia nella speranza di un lieto finale». L'efficacia della semplicità: “Io resto a casa per non essere contagiato, sperando che il virus sia presto debellato”; “In Italia noi lotteremo e ricominceremo da zero. Il virus uccideremo, son sicuro: ci riusciremo”. La visione della realtà: “Via vai di mascherine, non sempre ci sono. Via vai di barelle, di solitudine, di occhi imploranti”; “L’Italia è zona rossa, tutti scappano di corsa. Questa malattia in poco tempo ti porta via. Ignoranti ed egoisti escono di casa, faranno la fine di Mufasa”. “E ora tutti insieme gridiamo: andrà tutto bene”.

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