La Nuova Sardegna

Sassari

Omaggio al cantore di Sassari

di Pasquale Porcu
Omaggio al cantore di Sassari

Andrea Poddighe e Lelle Solinas reinterpretano in un disco i più famosi brani di Ginetto Ruzzetta

02 giugno 2020
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SASSARI. Ha cantato la Sassari se non dei morti di fame almeno quella di chi campava con poco: zappadori, ciabattini, trabagliadori che finito il lavoro si trovavavano a bere un bicchiere di vino in qualche vindiolo del centro storico. O dei poveri emigranti che lontano da Sassari si struggevano di nostalgia. per la famiglia lontana e per gli amici dell'infanzia. Stiamo parlando di Ginetto Ruzzetta, scomparso nel 2012 a 78 anni, considerato il fondatore e più grande interprete della canzone sassarese.

Un maestro per una schiera di cantanti e musicisti locali, un poeta apprezzato da artisti come Fabrizio De André per la sua schietta vena popolare. Ginetto in verità era nato a Macomer, ma sassarese lo è stato più di chiunque altro. Anche se a 15 anni si era trasferito prima a Genova e poi a Roma dove aveva affinato il suo talento nel creare e cantare stornelli (qualcuno lo aveva ribattezzato “il piccolo Modugno”). Al ritorno a Sassari ha consolidato la sua fama esibendosi nei circoli e nelle feste popolari dove proponeva canzoni, molte create da lui, che sarebbero diventate la colonna sonora di un paio di generazioni di sassaresi (dalla “Mirinzana” a “Li Candareri”, da “Mashstrantoni” a “L'Althru Ishtiu”) . Un fenomeno presto imitato da chiunque sapesse tenere in mano una chitarra e potesse ricalcare lo stile dell'amatissimo Maestro. E ha il sapore di un omaggio il disco pubblicato in questi giorni dal titolo “Cantando Ruzzetta” nel quale i cantanti Andrea Poddighe (una lunga e brillante carriera con i Solenero e il Coro degli Angeli) e Lelle Solinas interpretano otto celebri brani scritti a suo tempo dalla più nota stella del folk sassarese. Entrambi hanno frequentato Ginetto e coltivato una amicizia fatta di grande stima e affetto. Ma senza la determinazione e l'apporto di Mario Chessa dei Bertas (che ha coinvolto anche Marco Piras negli arrangiamenti e nei suoni) il disco, forse, non ci sarebbe stato.

Ed eccolo, dunque l'album, registrato negli studi dei Bertas e nell'Imperial Studio di Gabriele Masala e masterizzato da Alberto Erre. Otto brani arrangiati in maniera fresca e gradevole con un sound diverso dalle sanguigne schitarrate folk da ziminata. Quattro motivi affidati a Poddighe e quattro a Solinas e nei quali la malinconia talvolta cede il passo alla spensieratezza cionfraiola. Si parte con “La legge”, una delle più belle canzoni di tutto il patromonio folk sassarese. Storia tragica di un poverissimo “cartonaro” interpretata meravigliosamente da Andrea Poddighe. Una vicenda che ha l'intensità poetica di un autentico capolavoro. E poi di seguito la divertente “La puntiglia” per la voce di Lelle Solinas e “Chietu chietu” interpretata da Andrea. E la indimenticabile “Mashtrantoni”, la voce è di Solinas, riflessioni amare di un ciabattino col sapore di una parabola. Una vera chicca è “L'althru Ishtiu”, voce di Andrea, con lo straordinario arrangiamento di Roberto Tola e la presenza di musicisti di caratura internazionale. E non potevano mancare “Sassari Mea” e “Amori amori” per concludere con “Oggi e allora”.

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