La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, vandali all’oratorio di via Washington

di Paoletta Farina
Sassari, vandali all’oratorio di via Washington

La parrocchia di San Giovanni Bosco nel mirino. Don Manunta: disagio sociale. I residenti: servono luoghi di aggregazione  

20 giugno 2020
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SASSARI. Gli atti di vandalismo commessi nella parrocchia di via Washington, i furti in alcuni garage e in appartamenti stanno mettendo in allarme il quartiere di Monserrato Rizzeddu che alla riapertura dopo il lockdown si è ritrovato a fare i conti con quelle che sono state catalogate come manifestazioni di disagio sociale. Segnali su cui sta lavorando la comunità per contrastare il fenomeno prima che si diffonda ulteriormente.

Don Franco Manunta, parroco di San Giovanni Bosco, parla appunto di emergenza sociale, con la crisi sanitaria che «sta tirando fuori anche il peggio delle persone» e si preoccupa dei ripetuti atti vandalici che hanno colpito la parrocchia, «un bene che appartiene a tutti e tutti devono salvaguardare».

«L’altra notte è scattato l’allarme, qualcuno cercava di introdursi per la quarta volta nell’oratorio – racconta il sacerdote – ed è stato l’ultimo tentativo dopo il grave raid del 24 maggio che ha segnato l’inizio delle intrusioni». Precedute dalla distruzione di alcuni tavoli da pic nic dell’orto di quartiere, i cui pezzi sono stati utilizzati dai vandali, dopo aver saltato il muro di recinzione, come piede di porco per tentare di scassinare due porte antipanico dell’oratorio, senza riuscirci, e poi entrare forzando una finestra. La devastazione è continuata all’interno quando per accedere agli uffici dell’associazione Don Bosco, hanno forato il pannello della porta d’ingresso. Nel mirino dei teppisti anche un biliardino per bambini, trasportato nel cortile e poi lasciato lì, non si sa se per prenderlo in un altro momento oppure per il solo gusto di fare disordine. A conclusione la banda ha pure sfregiato la facciata della chiesa con una scritta blasfema.

Per il Comitato di quartiere Monserrato Rizzeddu quanto è avvenuto trova radici anche nel fatto che nel quartiere non esistono strutture sportive e un centro di aggregazione. Per realizzarli il Comitato sta dando da anni battaglia. Giovanni Coroforo, uno dei componenti e presidente della Monserrato Calcio, ricorda che il campetto di calcio di Rizzeddu è ormai inadatto a svolgere il suo ruolo. «Vicino c’è la pista dell’elisoccorso del 118 e quando atterra o parte siamo costretti a sospendere partite e allenamenti per la polvere che sollevano le pale – spiega –. La società lo utilizza dal 1980, ma da almeno trenta chiediamo al Comune di dotare il quartiere di una struttura adeguata. Lo sport è momento di aggregazione, tanti bambini e ragazzi avrebbero un’alternativa nel tempo libero». Il campo potrebbe essere realizzato in un’ area di fronte alla caserma dei carabinieri, ora utilizzata come parcheggio».

E poi c’è il centro di aggregazione. In uno dei caseggiati scolastici di via Washington, lo spazio ci sarebbe e potrebbe trovare spazio anche l’Auser, storica e attiva associazione di quartiere, che ha ricevuto ormai da tempo dal Comune lo sfratto esecutivo dalla sede.

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