Mastino: «Nuove risorse per lo scavo»
Lo studioso sulla scoperta del mosaico. L’assessore: «Valuteremo cosa fare»
03 luglio 2020
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PORTO TORRES. «C'è l'esigenza immediata di trovare risorse per estendere lo scavo, che è in una posizione centrale, visibilissimo ai turisti che con la nave sbarcano al porto. Può essere un bel biglietto da visita per Porto Torres». È l'autorevole parere di Attilio Mastino, grande storico ed epigrafista, per otto anni pro-rettore e per altri otto Magnifico Rettore dell'Università di Sassari. Idea condivisa da Alessandro Teatini, professore associato di archeologia e storia dell’arte romana presso il Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'Università di Sassari, dopo una visita a sorpresa in via Ponte Romano nel sito oggetto degli scavi di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas finanziati da Italgas.
I due illustri ospiti sono stati accolti dalla funzionaria archeologa della Soprintendenza Nadia Canu e dall’archeologa e coordinatrice delle indagini Antonella Pandolfi mentre gli operai della Luciano Sini Srl continuavano a liberare dalla terra lo splendido mosaico venuto alla luce che man mano assume contorni più definiti. «Sono rimasto impressionato dalla freschezza di questo mosaico, dalla sua colorazione in bianco e nero ai margini, secondo la tradizione urbana di Roma e le eredità locali, ma policromo e geometrico al centro, con un disegno complicatissimo e originale, unico, espressione di maestranze africane. Inoltre dalla ricchezza di questa villa che s’affaccia sul mare, una domus analoga a quella bellissima scoperta sul colle del Faro con la celebre iscrizione», ha aggiunto Mastino.
Sulle voci di un imminente chiusura dello scavo, «valuteremo la possibilità di fare nuovi saggi e seguire soluzioni alternative», dice l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Derudas. «Noi vorremmo ovviamente chiudere il cantiere dal gas, ma se le condizioni impediscono determinati passaggi, dobbiamo studiare varianti. Nulla è ancora deciso, siamo in fase interlocutoria sia con la Soprintendenza che con l'azienda incaricata dell’appalto. Tutti abbiamo come obiettivo quello di scegliere la soluzione ottimale».
Emanuele Fancellu
I due illustri ospiti sono stati accolti dalla funzionaria archeologa della Soprintendenza Nadia Canu e dall’archeologa e coordinatrice delle indagini Antonella Pandolfi mentre gli operai della Luciano Sini Srl continuavano a liberare dalla terra lo splendido mosaico venuto alla luce che man mano assume contorni più definiti. «Sono rimasto impressionato dalla freschezza di questo mosaico, dalla sua colorazione in bianco e nero ai margini, secondo la tradizione urbana di Roma e le eredità locali, ma policromo e geometrico al centro, con un disegno complicatissimo e originale, unico, espressione di maestranze africane. Inoltre dalla ricchezza di questa villa che s’affaccia sul mare, una domus analoga a quella bellissima scoperta sul colle del Faro con la celebre iscrizione», ha aggiunto Mastino.
Sulle voci di un imminente chiusura dello scavo, «valuteremo la possibilità di fare nuovi saggi e seguire soluzioni alternative», dice l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Derudas. «Noi vorremmo ovviamente chiudere il cantiere dal gas, ma se le condizioni impediscono determinati passaggi, dobbiamo studiare varianti. Nulla è ancora deciso, siamo in fase interlocutoria sia con la Soprintendenza che con l'azienda incaricata dell’appalto. Tutti abbiamo come obiettivo quello di scegliere la soluzione ottimale».
Emanuele Fancellu