La Nuova Sardegna

Sassari

Ossi, prete e fratelli a giudizio dopo la lite per l’eredità

di Nadia Cossu
Ossi, prete e fratelli a giudizio dopo la lite per l’eredità

I quattro si erano denunciati a vicenda e si sono celebrati due processi. Don Gavino Sanna era stato condannato a gennaio, ora la seconda sconfitta in aula

25 luglio 2020
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OSSI. Alla fine il giudice non ha dato ragione a don Gavino Sanna (di Ossi e a lungo parroco di Bonorva) neppure nel secondo processo che, a differenza del primo nel quale figurava tra gli imputati, lo vedeva come parte offesa insieme a un fratello e a una sorella. La prima volta, a gennaio, erano stati condannati a due mesi tutti e tre per lesioni nei confronti di un quarto fratello: Roberto Sanna. E siccome si erano denunciati a vicenda, ieri quest’ultimo – accusato anche di maltrattamenti – è stato assolto dal giudice Sergio De Luca e ha guadagnato così la seconda vittoria. L’avvocato difensore Maurizio Serra è riuscito, sia nel primo che nel secondo processo, a dimostrare che il suo assistito, Roberto Sanna, non aveva maltrattato i tre fratelli. Il legale nella sua arringa ha sottolineato il fatto che l’episodio che fece scatenare il putiferio giudiziario era riconducibile a un normale (magari più acceso) litigio di famiglia. Che si sarebbe però consumato in una “comunità infantile” finendo per approdare in un’aula di tribunale.

Sette anni fa un banale pretesto – un giubbotto appeso fuori posto – aveva trasformato l’antivigilia di Natale in una giornata d’inferno per la famiglia di Ossi. Alla base delle botte che si erano dati ci sarebbero stati però malumori che avevano a che fare con un’eredità contesa.

Tra i contendenti c’era don Gavino Sanna, 65 anni, ex parroco di Bonorva, la sorella Antonia Celestina, di 63 anni e il fratello Antonio Maria di 58. I tre erano finiti a processo per lesioni ai danni di Roberto, un quarto fratello di 53 anni che aveva denunciato ai carabinieri di essere stato aggredito.

Lo scorso gennaio il giudice Caterina Serra aveva condannato il religioso insieme al fratello e alla sorella (tutti difesi dall’avvocato Luca D’Alò) a due mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena.

La lite furibonda si era scatenata la sera del 23 dicembre del 2012 nell’abitazione di Ossi, in cui i quattro fratelli convivevano dopo la morte dei genitori. Il clima si era fatto pesante per questioni di eredità irrisolte. Rientrato a casa poco prima di cena Roberto aveva chiesto spiegazioni alla sorella Celestina per la sistemazione di un giubbotto. Era intervenuto anche il sacerdote e il capo di abbigliamento era finito per terra. Poi il parapiglia, le accuse reciproche e i processi.

Ma le due sentenze hanno dato ragione a Roberto che è stato assolto da entrambi i reati.

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