La “Faradda” virtuale dei Candelieri
di Roberto Sanna
Il Comune approva il progetto per una versione in “realtà aumentata” della festa fermata quest’anno dal Coronavirus
25 luglio 2020
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SASSARI. La Faradda virtuale è pronta. Rimandata al prossimo anno quella vera, in attesa di sapere che cosa succederà il 14 agosto per lo scioglimento del voto (sul quale non si transige), il Comune prepara un progetto finora inedito: i Candelieri con il sistema della realtà aumentata. O, come recita il progetto firmato dalla Landworks, una “fARadda in Augmented Reality 2020”.Nei giorni scorsi la giunta ha ratificato la decisione di sottoscrivere il progetto, che sarà finanziato con 58mila euro tramiteun contributo della Fondazione Sardegna e fondi di bilancio.
L’idea. «Trovare nuove modalità di fruizione e di condivisione dell’evento e, contemporaneamente, promuovere il patrimonio storico-culturale, materiale e immateriale di Sassari, attraverso allestimenti innovativi, fisici e virtuali, tour che coniugano la memoria storica con l’esplorazione artistica offerta dalle innovazioni tecnologiche» è la motivazione che la giunta ha inserito nella delibera. In pratica, far provare comunque ai sassaresi (e ai turisti) emozioni legate alla festa più sentita. Emozioni alternative, evidentemente, ma sempre intriganti. Partendo dal presupposto che niente può sostituire il “fallu baddà” vissuto in prima persona.
Che cos’è. Come si concretizzerà questo progetto? «Il visitatore potrà partecipare, attraverso smartphone, tablet o soluzioni di “digital signage”, partecipare a un’esperienza interattiva volta a trasformare le esposizioni statiche in panorami immaginifici legati alla festa e ai suoi protagonisti, con spazi altamente connotativi della città mutati in luoghi narranti,attraverso la realtà aumentata sviluppata da artisti e creativi specializzati». Più o meno quello che la stessa Landwork sta facendo in questi giorni all’Argentiera, con i siti di archeologia industriale che riprendono vita grazie a installazioni, proiezioni e realtà aumentata». Inoltre: «il progetto realizzerà un museo open air urbano permanente, aperto, inclusivo e inedito da condividere e fruire 365 giorni l’anno inm aniera libera e gratuita da cittadini e visitatori».
Il 14 agosto. Ormai è dietro l’angolo e dovrebbe essere in dirittura d’arrivo anche la decisione sulle modalità dello scioglimento del voto. Nei giorni scorsi la Curia ha convocato il primo incontro della commissione speciale, ma è stato interlocutorio. Anche l’Integremio ha elaborato alcune idee, più che una proposta vera e propria, mentre il Comune, prevedendo l’assegnazione di ventuno stalli per gli ambulanti, ha fatto capire che è atteso comunque un certo traffico di persone. Nel frattempo si pensa già al futuro, perché l’arcivescovo Gian Franco Saba ha inviato al sindaco Nanni Campus una lettera nella quale auspica una prossima “Faradda” aumentata, e in questo caso non virtualmente, fino a tredici gremi. Accogliendo così le richieste dei Braccianti e degli Autoferrotranvieri. Se ne riparlerà quasi sicuramente più avanti, visto che i tempi per la procedura tecnica non sembrano compatibili con i pochi giorni a disposizione: serve l’esame della commissione storica, che poi invierà a Palazzo Ducale (titolare dell’ultima parola) le conclusioni. Inoltre si tratta di due gremi con vicende molto differenti: quello degli Autoferrotranvieri è nuovo a questo percorso, mentre quello dei Braccianti si era arenato qualche anno fa quando si era presentato con la denominazione “Facchini”.
L’idea. «Trovare nuove modalità di fruizione e di condivisione dell’evento e, contemporaneamente, promuovere il patrimonio storico-culturale, materiale e immateriale di Sassari, attraverso allestimenti innovativi, fisici e virtuali, tour che coniugano la memoria storica con l’esplorazione artistica offerta dalle innovazioni tecnologiche» è la motivazione che la giunta ha inserito nella delibera. In pratica, far provare comunque ai sassaresi (e ai turisti) emozioni legate alla festa più sentita. Emozioni alternative, evidentemente, ma sempre intriganti. Partendo dal presupposto che niente può sostituire il “fallu baddà” vissuto in prima persona.
Che cos’è. Come si concretizzerà questo progetto? «Il visitatore potrà partecipare, attraverso smartphone, tablet o soluzioni di “digital signage”, partecipare a un’esperienza interattiva volta a trasformare le esposizioni statiche in panorami immaginifici legati alla festa e ai suoi protagonisti, con spazi altamente connotativi della città mutati in luoghi narranti,attraverso la realtà aumentata sviluppata da artisti e creativi specializzati». Più o meno quello che la stessa Landwork sta facendo in questi giorni all’Argentiera, con i siti di archeologia industriale che riprendono vita grazie a installazioni, proiezioni e realtà aumentata». Inoltre: «il progetto realizzerà un museo open air urbano permanente, aperto, inclusivo e inedito da condividere e fruire 365 giorni l’anno inm aniera libera e gratuita da cittadini e visitatori».
Il 14 agosto. Ormai è dietro l’angolo e dovrebbe essere in dirittura d’arrivo anche la decisione sulle modalità dello scioglimento del voto. Nei giorni scorsi la Curia ha convocato il primo incontro della commissione speciale, ma è stato interlocutorio. Anche l’Integremio ha elaborato alcune idee, più che una proposta vera e propria, mentre il Comune, prevedendo l’assegnazione di ventuno stalli per gli ambulanti, ha fatto capire che è atteso comunque un certo traffico di persone. Nel frattempo si pensa già al futuro, perché l’arcivescovo Gian Franco Saba ha inviato al sindaco Nanni Campus una lettera nella quale auspica una prossima “Faradda” aumentata, e in questo caso non virtualmente, fino a tredici gremi. Accogliendo così le richieste dei Braccianti e degli Autoferrotranvieri. Se ne riparlerà quasi sicuramente più avanti, visto che i tempi per la procedura tecnica non sembrano compatibili con i pochi giorni a disposizione: serve l’esame della commissione storica, che poi invierà a Palazzo Ducale (titolare dell’ultima parola) le conclusioni. Inoltre si tratta di due gremi con vicende molto differenti: quello degli Autoferrotranvieri è nuovo a questo percorso, mentre quello dei Braccianti si era arenato qualche anno fa quando si era presentato con la denominazione “Facchini”.