La Nuova Sardegna

Sassari

Rapinò una cameriera condannato un 27enne

di Nadia Cossu
Rapinò una cameriera condannato un 27enne

Il giovane imputato durante la colluttazione con la vittima perse una scarpa Inflitti dal giudice due anni e 8 mesi. La ragazza rientrava a casa dal lavoro

25 luglio 2020
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SASSARI. Aveva rapinato una cameriera sassarese che di notte rientrava a casa a piedi dal lavoro, in via dei Gremi. Era incappato però in una vittima per nulla arrendevole che, durante la colluttazione era persino riuscita a fargli perdere la scarpa prima che fuggisse. Lei l’aveva prontamente raccolta e consegnata alla polizia. Dettaglio che aveva consentito agli agenti delle volanti di individuare durante la notte stessa il responsabile e denunciarlo in stato di libertà.

Ieri mattina quell’uomo, un 27enne originario del Gambia, con precedenti di polizia, irregolare sul territorio nazionale e destinatario di un provvedimento di espulsione (difeso dall’avvocato Pierluigi Carta), è stato condannato dal giudice Elena Meloni – che gli ha concesso le attenuanti generiche – a due anni e otto mesi di reclusione.

L’episodio era accaduto il 6 aprile dell’anno scorso intorno all’una del mattino. Una giovane rientrava a piedi a casa, in via dei Gremi, parlava al cellulare quando all’improvviso un uomo si era avvicinato e le aveva chiesto che ora fosse: in pochi istanti la donna si era ritrovata a terra nel tentativo di riprendersi l’iPhone che quel giovane le aveva strappato dalle mani. Un corpo a corpo durato alcuni secondi in una strada non molto trafficata, a maggior ragione a quell’ora della notte. Per cui nessuno aveva potuto fermarsi e dare una mano alla ragazza. Lei, però, se l’era cavata molto bene anche da sola, dimostrando un grande coraggio.

Non si era infatti data per vinta quando il 26enne aveva provato a scappare con il suo smartphone, aveva cercato di impedirglielo e per questo erano entrambi finiti a terra. Momenti concitati durante i quali il gambiano aveva perso una scarpa e poi si era allontanato di corsa. A quel punto la vittima aveva chiamato la polizia e in pochi minuti in via dei Gremi era arrivata una pattuglia delle volanti. Agli agenti aveva raccontato di aver avuto una colluttazione con il suo aggressore che aveva poi perso la scarpa mentre cercava di scappare di tutta fretta. Scarpa che lei aveva recuperato e consegnato ai poliziotti.

La pattuglia, dopo aver eseguito un controllo in uno stabile abbandonato nella zona di via Padre Zirano, di solito frequentato da persone senza fissa dimora, era riuscita a trovare gli indumenti e una scarpa, uguale a quella persa poco prima dall’aggressore di via dei Gremi. L’uomo si era cambiato ed era andato via velocemente dallo stabile. Era quindi partita la caccia per le vie cittadine e poco tempo dopo gli agenti, anche sulla base della descrizione fornita dalla vittima, erano riusciti a rintracciare il giovane gambiano.

Ieri l’avvocato Carta ha descritto la personalità dell’imputato, un giovane dalla vita sfortunata che non voleva fare del male alla ragazza. Tanto che ad avere la peggio, paradossalmente, era stato proprio lui, come ha sottolineato il pm.

La cameriera non si è costituita parte civile.

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