La Nuova Sardegna

Sassari

«In 50 da marzo senza stipendio»

di Luca Fiori
«In 50 da marzo senza stipendio»

Sit-in di protesta dei lavoratori della Casa Divina Provvidenza: la Regione nomini un commissario

28 luglio 2020
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SASSARI. «La Regione nomini subito un commissario e mandi a casa questo Cda incapace di gestire un servizio pubblico». Lo hanno chiesto a gran voce ieri mattina i lavoratori della “Casa Divina Provvidenza” iscritti al sindacato Csa Regioni - Autonomie Locali - Sanità di Sassari.

Dalle 11 del mattino una ventina di dipendenti della struttura per anziani di piazza Sant’Agostino ha dato vita a un sit-in di protesta per rendere pubbliche le condizioni i cui si trovano a lavorare da mesi.

«I pazienti di casa protetta e casa alloggio – ha spiegato a nome dei lavoratori Giovanni Piras segretario provinciale del Csa di Sassari – sono assistiti da un’unica infermiera professionale per turno e le stesse infermiere non hanno le competenze per seguire tutti i casi che si presentano rispetto a ospiti che hanno necessità di una continua assistenza. Nei quattro piani della struttura – ha aggiunto Piras – sono ospitate circa novanta persone, di cui almeno un terzo con patologie che vanno costantemente seguite non solo farmacologicamente ma anche psicologicamente. Nei reparti di casa protetta ci sono ospiti con patologie psichiatriche e le 23 operatrici e le tre infermiere professionali hanno grosse difficoltà a gestire questi pazienti. Le stanze poi ha non sono fornite né di ausili né di inferriate che possano evitare tragedie come quella di dieci giorni fa».

Il sindacato ha poi denunciato la situazione in cui si trovano ormai da marzo i cinquanta dipendenti della struttura. «La maggior parte di loro – spiega Piras – deve ancora avere una parte della stipendio di marzo e le mensilità di aprile, maggio, giugno e luglio, per questo abbiamo chiesto alla Regione il commissariamento dell’istituto».

Il Csa si è rivolto anche alla prefetta di Sassari Maria Luisa D’Alessandro per segnalare la gravità delle condizioni di lavoro dei dipendenti.

«È in atto inoltre – ha detto Piras – presso il Tribunale Civile di Sassari una procedura di fallimento in quanto oggi la Casa non riesce a pareggiare le spese e entrate». La Casa Divina Provvidenza era finita nella bufera dopo la presentazione di una istanza di fallimento da parte di alcuni lavoratori. Qualche mese fa la sorte della storica istituzione cittadina sembrava quasi segnata dopo che due dipendenti licenziati che non avevano ottenuto il risarcimento sancito da un giudice del lavoro, assistiti dai legati del sindacato Csa, avevano presentato istanza di fallimento. A febbraio il fascicolo era approdato in udienza e in quell’occasione il magistrato delegato aveva ricevuto da parte dell’ente la proposta di ammissione al concordato preventivo, procedura che avrebbe consentito di evitare il fallimento, nel caso la Fondazione vi fosse stata ammessa. A questa, per quanto solo ipotizzata soluzione, si erano opposti anche tre ex consiglieri d’amministrazione. Le parti erano poi arrivate a un accordo, ma nonostante questo da marzo ci sono cinquanta lavoratori senza stipendio.

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