La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, offese due produttori su Facebooki: il regista Bonifacio Angius a giudizio

di Nadia Cossu
Sassari, offese due produttori su Facebooki: il regista Bonifacio Angius a giudizio

«Un nanetto che beve spritz a ettolitri e uno barcollante come uno zombie». Il noto sceneggiatore sassarese è accusato di diffamazione su Facebook 

31 luglio 2020
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SASSARI. «Vi ricordate quella cosa che i film non sono cavalli da corsa? Ecco, oggi ho incontrato uno che la pensa in quel modo, un produttore sardo che dice di essere mezzo francese, che da anni bazzica, insieme a un nanetto, come fosse uno zombie, barcollante per i vari cocktail bar dei vari festival europei, senza essere ancora mai riuscito a produrre un solo film. Di spritz però ne ha bevuto a ettolitri, il birbante, e anche il nanetto, ma film niente, poverelli...».

Un post pubblicato sulla propria bacheca Facebook tra il 30 e il 31 dicembre del 2018 fa finire in un’aula di tribunale il noto regista, sceneggiatore e produttore cinematografico sassarese Bonifacio Angius. Davanti al giudice Caterina Serra il 38enne dovrà difendersi dall’accusa di aver diffamato due produttori cagliaritani, Andrea Di Blasio (di 40 anni) e Luca Cabriolu (di 51) – soci della casa di produzione cinematografica “Ombre Rosse” – che nel processo che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Enrica Anedda Endrich.

Angius (difeso da Andrea Satta e Andrea Piroddi) in quel post non aveva fatto nomi ma i riferimenti, a detta dei diretti interessati, sarebbero stati inequivocabili. Nella querela presentata a suo tempo i due hanno raccontato che tutto è cominciato lo scorso 28 dicembre quando si era tenuta a Cagliari una conferenza stampa sul cinema «a seguito della quale sono stati scritti dei post su Facebook da parte di alcuni cineasti sardi. In particolare, a commento di un post scritto dal regista Giovanni Piras c’è stato uno scambio di opinioni tra noi due e il signor Bonifacio Angius il quale ha concluso lo scambio intimandoci di tacere». I toni si sarebbero poi “accesi” e il regista sassarese avrebbe scritto il post incriminato e contemporaneamente eliminato dalla lista di “amici” (sul social) Di Blasio e Cabriolu. Entrambi erano in seguito venuti a sapere di un post a loro dire diffamatorio nel quale Angius avrebbe taggato «circa 40 tra giornalisti, registi e in generale professionisti del settore. Tutte persone che ci conoscono benissimo e ci hanno riconosciuto». Il regista aveva anche invitato i propri contatti a condividere il post «così, tra uno spritz e l’altro – aveva aggiunto – magari riescono a leggerlo».

E pensare che i due produttori avevano anche apprezzato il film di Angius, “Ovunque Proteggimi” ma per ciò che riguardava la “politica” del cinema erano evidentemente agli antipodi. «In quel post appaiamo come due ubriaconi, imbroglioni e inconcludenti. Addirittura Angius si spinge oltre con basse offese alle nostre caratteristiche fisiche. «Nanetto», ad esempio. E ancora, riferendosi a uno in particolare: «Peccato che pochi giorni prima si era prostrato in lodi sperticate al mio film, dicendo proprio, come hanno detto in tanti, fra l’altro molto più autorevoli e sicuramente meno sbronzi di lui, che il film...”. Aveva concluso con un “ps” definito “eloquente” dalle parti offese: «Ricordatevi di rabboccare lo spritz al viveur e al nanetto, piano piano finiranno per farlo un film senza un briciolo d’amore...».

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