La Nuova Sardegna

Sassari

Prove di riapertura per il museo “Sanna”

di Paoletta Farina
Prove di riapertura per il museo “Sanna”

Riavviati i cantieri nel complesso di via Roma che erano in pausa da quasi tre anni Il giardino recuperato potrebbe essere il primo luogo a presentarsi alla città

12 settembre 2020
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SASSARI. Si comincia a vedere l’orizzonte nella riapertura del Museo archeologico ed etnografico “Sanna”, dalla fine del 2017 chiuso al pubblico per ristrutturazione. E potrebbe essere il giardino a ripresentarsi rinnovato per primo alla città, magari in occasione delle Giornate europee del patrimonio 2020.

I cantieri sono stati riavviati per concludere finalmente i lavori di adeguamento della struttura, per troppi anni lasciata in abbandono nonostante sia un museo di rango nazionale. Con infiltrazioni dai soffitti, vetrine rattoppate con lo scotch, impianti elettrici e di condizionamento inadeguati e non funzionanti, topi nelle sale e il giardino un tempo vanto di Sassari invaso dalle erbacce.

Ed è proprio dall’attuale stato del parco che si capisce che la musica è cambiata ed è stata impressa l’accelerata necessaria. Il prato è ritornato verde, le siepi sono lussureggianti, gli alberi hanno le chiome più folte e si sta cominciando a dimenticare l’aspetto desolante che aveva caratterizzato l’area per un lunghissimo periodo.

Proprio il giardino rientra nel primo lotto di intervento finanziato con i fondi destinati a suo tempo (stiamo parlando del 2012) dal Mibact e a cui in seguito se ne sono aggiunti altri, per un totale di due milioni, per risolvere l’impasse della insufficienza di risorse economiche. Dopo il primo avvio dei lavori, infatti, era sopravvenuta una situazione di incertezza. L’impresa che aveva vinto l’appalto aveva rinunciato ai lavori, era stata sostituita, ma poi altri vari intoppi e lentezze burocratici avevano dato un brusco stop.

Ora però con le squadre di operai che hanno ripreso l’attività si potrà rimettere a posto almeno una parte del complesso museale di via Roma. Interventi sono cominciati nelle sale e nei depositi (l’iter per questi ultimi si è rivelato abbastanza laborioso), i reperti verranno esposti in teche nuove di zecca, sotto la regia del segretariato regionale del Ministero per la Sardegna, l’ufficio che coordina l'attività delle Soprintendenze, biblioteche e musei statali e Archivi di Stato.

Un ulteriore finanziamento arriva dalla direzione regionale Musei della Sardegna, ex Polo museale, necessario a completare il recupero, il restauro e la valorizzazione del museo fondato dall’imprenditore e mecenate Giovanni Antonio Sanna e custode di pezzi di grande valore purtroppo rimasti senza visitatori durante la lunga chiusura.

A contribuire alla svolta è stato anche l’insediamento di Bruno Billeci, dal primo giugno scorso, alla guida della direzione regionale dei musei sardi, in sostituzione di Giovanna Damiani, andata in pensione. Billeci è anche Soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro e in questo suo doppio incarico sta lavorando per chiudere il cerchio. L’incarico dell’architetto Billeci alla direzione scadrà ad aprile ma lui stesso avrebbe detto che farà di tutto perché per quella data l’intervento sul museo possa essere incanalato verso l’epilogo.

Impossibile, al momento, ipotizzare una data certa sulla riapertura dei cancelli del museo ai sassaresi e ai turisti che si sono interrogati nel frattempo sulla lungaggine dell’attività edilizia in via Roma. Il “Sanna” rappresenta davvero un museo unico e può essere uno dei gioielli da far apprezzare negli itinerari che promuovono le bellezze cittadine, considerata l’ambizione decennale di Sassari a diventare città turistica, con un offerta di cultura che però se non apre i suoi spazi non può ambire a farla diventare tale.

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