La Nuova Sardegna

Sassari

«Il saturimetro non c’è, nostra figlia rischia la vita»

di Gavino Masia
«Il saturimetro non c’è, nostra figlia rischia la vita»

Una bambina affetta da una malattia rara attende da un mese un apparecchio  I genitori: «Nessuno ci dà retta, l’altro giorno l’abbiamo salvata per miracolo»

20 settembre 2020
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PORTO TORRES. Una bambina di 11 anni che soffre dalla nascita di una malattia rara – non ancora diagnosticata – ha necessità da oltre un mese di un saturimetro nuovo e professionale per non rischiare continuamente la vita. Lo strumento, noto anche come pulsossimetro o ossimetro, è un dispositivo che consente di verificare il livello di saturazione dell’ossigeno nel sangue, l’eventuale stato di ipossia, l’intensità delle pulsazioni e parallelamente la frequenza cardiaca. I genitori si sono rivolti a più riprese al settore ausili di San Camillo per avere uno strumento nuovo, ma le loro telefonate e i solleciti continui sono stati sinora disattesi dalla struttura sanitaria sassarese. Solo il grande amore del babbo e la mamma ha quindi evitato, nei giorni scorsi, che la bambina non riuscisse a superare la grave crisi respiratoria proprio a causa delle misurazione errata del saturimetro. «Mia figlia si è sentita male improvvisamente – racconta il padre –, e ci siamo accorti del suo malessere solo dopo aver visto che era diventata cianotica e aveva le labbra viola. La misurazione dello strumento era completamente sballata – aggiunge –, e siamo intervenuti direttamente per rianimarla, essendo stati istruiti nel passato dal reparto della prima rianimazione del Gaslini di Genova».

In attesa del saturimetro nuovo, la piccola è comunque monitorata 24 su 24 dalla famiglia, che non può concedersi alcuna pausa per evitare le eventuali e pericolose crisi respiratorie. «Un mese fa eravamo al Gaslini di Genova per un lungo ricovero – ricorda il babbo – e già allora lo strumento dava dei numeri sbagliati: i sanitari genovesi ci hanno dato un loro saturimetro professionale per controllare la bambina e per avere tutto sotto controllo durante il viaggio di ritorno in Sardegna». Appena sbarcati a Porto Torres, però, il primo pensiero dei genitori è stato quello di telefonare all’Azienda sanitaria perché quello strumento è di vitale importanza nella terapia della piccola. «Abbiamo fatto un centinaio di telefonate alla struttura di San Camillo per poter parlare con i responsabili, ma le voci rimbalzavano da un telefono all’altro senza dare una risposta concreta al nostro problema. Dopo diversi giorni ci hanno detto che nel settore ausili non c’era nessun saturimetro di riserva da dare ai pazienti in difficoltà, perché doveva essere ancora ordinato».

Assurdo che la sanità sassarese non avesse a portata di mano uno strumento di dimensioni ridotte e facilmente trasportabile, il solo in grado di rilevare il livello di funzionalità respiratoria di una persona in qualsiasi posto. I genitori della bambina lo aspettano da oltre un mese, continuando a monitorare il suo stato di salute con gli occhi dell’amore.

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