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Sassari, i mesi infernali del Covid: i più colpiti sono gli over 90

Sassari, i mesi infernali del Covid: i più colpiti sono gli over 90

Un rialzo della mortalità grave ma meno significativo di quanto è stato percepito, soprattutto se rapportato al 2018, anno di una forma di influenza particolarmente virulenta

23 settembre 2020
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SASSARI. Un rialzo della mortalità grave ma meno significativo di quanto è stato percepito, soprattutto se rapportato al 2018, anno di una forma di influenza particolarmente virulenta. Concentrato nei due terribili mesi di marzo e aprile e in maniera molto significativa nella fascia di età superiore ai novant’anni. Arrivano i primi numeri ufficiali legati al picco del Covid in città, elaborati dal servizio Statistica del Comune. Che in parte confermano quanto già purtroppo si sapeva: a Sassari il Covid ha colpito duramente tra gli anziani, soprattutto gli over 90. Molti dei quali erano ospiti delle strutture di accoglienza che, insieme all’ospedale, sono stati per mesi l’epicentro della pandemia.

Morti che hanno fatto sì che il tasso generale mostri un improvviso picco tra marzo e aprile. Guardando le classi d’età si scopre però che il “bersaglio” del virus è stato molto limitato. Anche tra fasce considerate a rischio si può notare infatti che fra i 60 e 69 anni i numeri di decessi sono molti simili al 2018, anno in cui la popolazione anziana venne flagellata da una influenza molto aggressiva anche se molto meno “famosa”. Per i 70-79 anni si registra un lieve rialzo a marzo, rispetto agli anni precedenti, ma ad aprile si torna nella media degli anni precedenti. Più significativo, anche se sempre nell’ordine di poche unità, il rialzo nella classe 80-89 anni, con 8 morti a marzo (invece dei 7 nel 2018) e 8 ad aprile (invece di 4), ma i dati di maggio e giugno addirittura inferiori al 2018.

Drammatici i numeri per gli over 90: 25 morti a marzo (nel 2018 erano 20), 31 ad aprile (nel 2018 erano 17). Con un crollo a maggio, quando l’emergenza stava rientrando, e il focolaio nelle case di riposo si iniziava, grazie alle nuove terapie scoperte ma anche alla collaborazione di Malattie Infettive e dei medici militari del Celio, a spegnere.

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