La Nuova Sardegna

Sassari

Quando la valle era un piccolo eden

Quando la valle era un piccolo eden

Vigne, oliveti, un giardino: lo studio di Ponzeletti sulla tenuta di San Sebastiano

26 settembre 2020
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SASSARI. Corsi d’acqua, vasche, canali, una dragonara, un mulino. Nella vasta vallata del Fosso della Noce l’acqua era fonte, nei secoli scorsi, di prosperità. Ora la mette a rischio. Lo storico dell’arte Alessandro Ponzeletti aveva eseguito una ricerca nel 2012 su commissione del Garden Club intitolata “Prima del Museo. Il Museo è quello intitolato a Giovanni Antonio Sanna, l’imprenditore e mecenate grazie alla cui donazione venne creato il primo nucleo del museo sull’antico predio di San Sebastiano, da nome della chiesa e del convento che sorgevano, pare, tra via Sanna e via Roma. Nello studio Ponzeletti parla di una tenuta vasta 17 ettari che si estendeva da via Roma fino, appunto, al Fosso sul lato nord est e verso il castello aragonese a nord ovest. Nel 1779 i padri domenicani lo vendettero a don Carlo Cugia, cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, tenente colonnello dell’esercito sardo e maggiore della piazza militare di Sassari.

Non sembrava un buon affare perché i terreni erano pietrosi e non concimati. Ma Cugia trovò fonti d’acqua intercettando una vena posta nel banco calcareo sotterraneo e canalizzando in superficie le acque di quella che poi venne chiamata la dragonara di San Sebastiano.

Nei terreni c’erano migliaia di olivi, il frutteto, l’agrumeto, la vigna, orti e un giardino. Un vero eden nel che Cugia si godette fino alla morte avvenuta nel 1837. Gli eredi, i figli e la moglie donna Dorotea Manca di Mores, fecero stilare in quell’occasione l’inventario e la divisione dei beni dal notaio Tommaso Delitala che hanno consentito di conoscere nel dettaglio la proprietà, composte anche della casa padronale e da altri immobili.

La tenuta fu venduta da don Giovannico e don Andrea Cugia all’ozierese don Giommaria Sussarello. Patriota distintosi nel primi moti liberali del 1821 e che fu esiliato per 25 anni. Sussarellu riacquistò una posizione diprimo piano a Sassari e fu nominato, con decreto reale, sindaco della città dal 1853 al 1854. Poi la vedova vendette nel 1869 la tenuta a Giovanni Antonio Sanna.

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