«Bus pieni, i nostri figli a rischio contagio per andare a scuola»
PORTO TORRES. «Aspettiamo che la Regione prenda provvedimenti sul numero dei bus preposti a portare i nostri ragazzi a scuola». La denuncia è di un gruppo di genitori che, allarmati dall'escalation...
16 ottobre 2020
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PORTO TORRES. «Aspettiamo che la Regione prenda provvedimenti sul numero dei bus preposti a portare i nostri ragazzi a scuola». La denuncia è di un gruppo di genitori che, allarmati dall'escalation di contagi legati al Covid19, lamentano la situazione in cui si trovano a viaggiare ogni giorno tantissimi ragazzi nella tratta Porto Torres/Sassari/Porto Torres per andare e tornare da scuola. I pullman - a loro parere - sono troppo carichi e pochi.
«Siamo convinti che all’interno degli istituti scolastici si stia mettendo in atto tutta una serie di misure per fronteggiare l'emergenza Covid adeguate e attente – affermano –. Ma quando i ragazzi escono dall’istituto e salgono sul pullman sono sempre a rischio contagio».
«Nelle linee scolastiche è praticamente impossibile trovare libero un posto a sedere, si viaggia quasi sempre in piedi», spiega uno studente. «Noi genitori siamo molto preoccupati e amareggiati», dice un altro genitore che si chiede a cosa serva «educare e sensibilizzare i nostri figli all’attenzione, all’uso della mascherina, al distanziamento, all’igiene delle mani, se ogni giorno sono costretti a trascorrere almeno un’ora accalcati dentro un autobus pubblico». La chiosa è di un altro giovane che ci scherza su per esorcizzare la paura: «Hanno chiuso le discoteche, ma i pullman sono ugualmente rischiosi e meno divertenti: le distanze di sicurezza sono passate da un metro a un centimetro». (em.fanc.)
«Siamo convinti che all’interno degli istituti scolastici si stia mettendo in atto tutta una serie di misure per fronteggiare l'emergenza Covid adeguate e attente – affermano –. Ma quando i ragazzi escono dall’istituto e salgono sul pullman sono sempre a rischio contagio».
«Nelle linee scolastiche è praticamente impossibile trovare libero un posto a sedere, si viaggia quasi sempre in piedi», spiega uno studente. «Noi genitori siamo molto preoccupati e amareggiati», dice un altro genitore che si chiede a cosa serva «educare e sensibilizzare i nostri figli all’attenzione, all’uso della mascherina, al distanziamento, all’igiene delle mani, se ogni giorno sono costretti a trascorrere almeno un’ora accalcati dentro un autobus pubblico». La chiosa è di un altro giovane che ci scherza su per esorcizzare la paura: «Hanno chiuso le discoteche, ma i pullman sono ugualmente rischiosi e meno divertenti: le distanze di sicurezza sono passate da un metro a un centimetro». (em.fanc.)
