La Nuova Sardegna

Sassari

Un nuovo monitoraggio nell’area della Darsena

di Gavino Masia
Un nuovo monitoraggio nell’area della Darsena

Comune, Regione e Arpas hanno chiesto a Eni Rewind di effettuare i controlli I lavori dureranno due settimane, l’ultimo rilevamento risale al 2016

25 ottobre 2020
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wPORTO TORRES. La società Eni Rewind effettuerà un monitoraggio dell’area e del suolo della Darsena servizi del porto industriale. La richiesta del controllo strumentale è stata decisa dagli enti seduti all’ultimo tavolo tecnico di qualche settimana fa – ossia Comune di Porto Torres, Regione e Arpas – dopo che la multinazionale ha presentato una variante al progetto originario della stessa Darsena.

A seguito dei problemi legati alla presenza di una massicciata rilevata durante i lavori del secondo lotto, infatti, si è resa necessaria una modifica tecnica. Le ultime analisi svolte dall’Agenzia regionale di protezione ambientale risalgono al 2016 e avevano riscontrato valori di qualità dell’aria entro i limiti di legge consentiti. Con questi risultati e in attesa dei successivi interventi, di fatto era stata interrotta la lunga serie di ordinanze sindacali che per circa circa dieci anni avevano interrotto l’ingresso a persone e mezzi nell’area della Darsena. Da allora a oggi non sono state emesse altre ordinanze sindacali e per questo motivo gli Enti hanno concordato di chiedere ad Eni un monitoraggio per capire attualmente quale sia lo stato di “salute” della matrice ambientale della Darsena servizi. I lavori inizieranno il 27 ottobre e il controllo ambientale del suolo e dello specchio acqueo durerà un paio di settimane.

Un’azienda incaricata da Syndial aveva avviato 19 mesi fa il cantiere lavoro per la realizzazione degli interventi di bonifica sul secondo lotto della Darsena. Una fase temporale che avrebbe dovuto restituire alla comunità una vasta area del porto industriale completamente bonificata. Tra i costi degli interventi di bonifica ancora da fare e quelli già eseguiti in precedenza, le stime ufficiali di Syndial erano di 6 milioni e 800mila euro. Ai quali si aggiungevano anche i 3 milioni e 100mila euro già sostenuti per l’esecuzione delle attività preliminari di indagine. I primi interventi hanno riguardato la rimozione e lo spostamento di relitti sommersi e semisommersi presenti da tanti anni proprio nei bacini della Darsena. Un’attività realizzata dalla ditta Impremare di Porto Torres, cominciata con la messa a secco del relitto più piccolo (appoggiandolo sulla punta del molo occidentale) e l’alleggerimento e la rimozione del rimorchiatore, che è stato sistemato sempre sullo stesso bacino. Il rimorchiatore “Nestor”, 32 metri di lunghezza e 500 tonnellate di stazza, era a fondo da circa nove anni e sono state necessarie ispezioni subacquee visive per constatare lo stato dello scafo prima di farlo riemergere in superficie.

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