Libero il parrucchiere “sequestrato” per Covid
L’uomo di Ploaghe era chiuso in casa da 37 giorni in attesa dell’esito del tampone Ieri la telefonata dell’Usca: «Il referto non si trova ma l’isolamento è finito»
25 novembre 2020
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SASSARI. La telefonata è arrivata di buon mattino: “Signor Pinna, lei può uscire di casa, il suo periodo di isolamento è terminato”. Tomaso Pinna, al 38esimo giorno di reclusione forzata causa Covid, ha capito cosa prova un detenuto quando finisce di scontare la sua pena. E mentre ancora l’operatore dell’Usca parlava al telefono, lui iniziava a riassaporare il gusto inebriante della libertà. Sessant’anni, parrucchiere con salone a Ploaghe, il paese dove vive, aveva raccontato la sua storia e la sua disperazione alla Nuova: positivo al primo tampone a metà ottobre, da allora – dopo un unico giorno trascorso in ospedale – Tomaso Pinna ha seguito le terapie a casa insieme alla moglie anche lei positiva. «Il 12 novembre ci siamo sottoposti al secondo tampone ma mentre mia moglie ha ricevuto l’esito, per fortuna negativo, dopo 4 giorni, del mio referto si sono perse le tracce»: queste le parole del parrucchiere dopo avere appreso dai medici dell’Usca, lunedì mattina, che non risultava alcun test a suo nome. Il giallo è rimasto: il referto è sparito, come se il tampone non sia mai stato fatto. Ma ora quello che conta, per il parrucchiere recluso, è che potrà uscire di casa e ricominciare a lavorare: «Mi hanno detto che è trascorso un periodo sufficientemente lungo, dunque sono libero di muovermi. Hanno aggiunto che non è necessario sottopormi a un nuovo tampone, ma io per precauzione lo farò lo stesso: quello antigenico rapido, nell’ambulatorio temporaneo allestito nel piazzale della Croce gialla. Sto bene, sono certo di essere guarito. Ma voglio avere la certezza per tutelare me stesso e gli altri, i miei clienti per esempio». A loro il messaggio è già stato inviato: il salone questa mattina sarà regolarmente aperto dopo oltre un mese di chiusura forzata, dunque è possibile prenotare tagli e pieghe. «Io sarà al mio posto e con me anche la mia dipendente. Ci rimettiamo in marcia, anche perché le spese da affrontare sono tante: mentre io ero alle prese con il Covid ho continuato a ricevere bollette su bollette. Impossibile pagarle se non ricomincio a lavorare: quando nei giorni scorsi chiamavo per avere notizie sull’esito del mio tampone facevo presente che nella mia situazione si trovano tutti i liberi professionisti. Più dura l’isolamento per il Covid, più aumentano le difficoltà economiche. Finalmente per me è arrivato il lieto fine ma la storia è incredibile. È assurdo che si perdano i tamponi, il sistema sanitario ha evidentemente grossi problemi. Perché di sicuro quello che è successo a me è capitato o capiterà ad altri». (si. sa.)