La Nuova Sardegna

Sassari

Non aiutò Johnny a evadere, Loi libero

Non aiutò Johnny a evadere, Loi libero

Il Riesame annulla l’ordinanza: il 34enne sassarese scarcerato dai domiciliari

25 novembre 2020
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SASSARI. Ordinanza annullata. Il tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta e la tesi difensiva dell’avvocato Stefano Porcu, ha scarcerato Cristian Loi, il 34enne finito nei guai insieme ad altri tre sassaresi perché secondo gli inquirenti sarebbe stato coinvolto nella breve latitanza di Johnny lo zingaro. Procurata evasione era l’accusa a carico suo e di altri due indagati: avrebbero cioè consentito a Giuseppe Mastini di pianificare la fuga. Reato più pesante rispetto al favoreggiamento. Ma le argomentazioni prodotte dal legale difensore avrebbero messo in luce la totale estraneità di Cristian Loi, «la cui unica colpa sarebbe stata – ha spiegato Stefano Porcu – quella di aver parcheggiato il suo mezzo di lavoro in uno spiazzo vicino (e neppure troppo) al casolare dove Johnny si nascondeva. E poi di venire nominato in una telefonata tra due persone, conversazione che contestualizzata e argomentata ha perso totalmente di significato». Loi ha passato una settimana in carcere, poi il gip all’esito dell’interrogatorio di garanzia lo aveva mandato ai domiciliari. Due giorni fa il Riesame (presidente Mauro Pusceddu, relatrice Giulia Tronci) ha messo la parola fine alla sua detenzione.

Insieme a lui era stato scarcerato dal gip anche Roberto Fois (assistito da Marco Palmieri) al quale è stato imposto l’obbligo di dimora a Sassari. Restano invece in carcere Giovanna Truzzi (compagna di Johnny) e Gabriele Grabesu. «Il casolare, per quanto disabitato – aveva motivato il gip – si trovava all’interno di un’area di proprietà privata, recintata, frequentata da varie persone autorizzate dal proprietario Lorenzo Panei (anche lui era stato arrestato per favoreggiamento ndc), tra cui il figlioccio Cristian Loi». Anche su questo si è soffermato l’avvocato Porcu: «Il mio assistito non ha mai negato di aver dato da mangiare a quel cane. Ma non era l’unico a farlo, più persone gli portavano del cibo».

Nessuna prova concreta, dunque, del fatto che ci fosse un coinvolgimento del 34enne sassarese nell’evasione di Mastini. Da qui l’annullamento dell’ordinanza. (na.co.)

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