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Sassari

Il neo rettore di Sassari: «Riporterò serenità in questo ateneo»

di Roberto Sanna
L'università di Sassari e, nel riquadro, il neo rettore Mariotti
L'università di Sassari e, nel riquadro, il neo rettore Mariotti

Gavino Mariotti, eletto con 366 voti, parla dei progetti per l'Università che è stato chiamato a guidare 

27 novembre 2020
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SASSARI. Gli è mancato solo il momento solenne, quello della proclamazione in aula magna vissuto dai suoi predecessori. Il presidente della commissione elettorale Andrea Montella alle 20 ha letto in diretta streaming il risultato del secondo turno e per Gavino Mariotti è stata una vittoria schiacciante, come già gli esiti del primo turno facevano supporre. Si è dovuto “accontentare” di comparire davanti a una telecamera in una piccola sala e ricevere i complimenti dei presenti e dello stesso Montella che gli ha augurato «di essere il rettore di tutti». «Sono momenti particolari, di grande emozione – ha detto il nuovo rettore dell’Università di Sassari –, ringrazio tutti. E in particolare tutti quelli che mi hanno dato una spinta decisiva per conquistare questa vittoria. Lavorerò nell’interesse di tutti, soprattutto per riportare serenità nel nostro Ateneo». Un Ateneo che Gavino Mariotti, docente di Geografia economico-politica al Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali, ha avuto modo di conoscere in tutti i suoi angoli, in un percorso cominciato negli anni Ottanta come rappresentante degli studenti e concluso ieri col massimo traguardo. Origini che pochi minuti dopo essere stato proclamato ufficialmente successore di Massimo Carpinelli ha voluto sottolineare: «Mi sento ancora rappresentante degli studenti, anzi sono felice che una grande spinta, anche nel voto sia arrivata proprio da loro. Ho primeggiato in tutte e tre le componenti, ma ho visto che proprio gli studenti mi hanno sostenuto in maniera massiccia».

È stata una vittoria per ko: se l’aspettava?

«Diciamo che dopo i risultati del primo turno ero molto fiducioso, ho capito di avere attorno a me il consenso di tantissimi colleghi».

E il risultato del primo turno se lo aspettava?

«Un po’ sì. Nel senso che ho veramente sentito la spinta del corpo docente e di tutte le altre componenti ».

La sua è stata una candidatura partita da lontano.

«Sicuramente, e lo potete vedere leggendo il mio curriculum che dice tutto di me».

È stata anche una campagna elettorale lunga e impegnativa: come l’ha vissuta?

«Serenamente, non mi sembra ci siano stati problemi. L’attesa è stata lunga, ho sostenuto tanti colloqui ma tutto molto tranquillamente».

Eravate in cinque a correre in questa competizione: una sfida molto intensa. Come l’avete vissuta tra di voi?

«Anche qui rispondo che è stata una competizione serena, gli altri quattro candidati sono colleghi che stimo, preparati, molto validi e non ci sono state scorrettezze. Credo che alla fine abbia prevalso il mio programma innovativo, la mia idea di una nuova Università».

Una domanda va fatta: il rettore uscente Massimo Carpinelli è stato il convitato di pietra di queste elezioni?

«Se intende dire che quello a mio favore sia stato un voto contro il rettore uscente rispondo no, assolutamente. Lo dico convinto, in un momento come questo potrei anche sostenere il contrario senza problemi. Con Massimo Carpinelli non c’è contrapposizione, è il mio predecessore, un rettore emerito come gli altri prima di lui. Andrò a parlare con lui appena possibile, adesso ci sono dei tempi tecnici e burocratici da completare. Penso di aver vinto grazie al fatto che l’elettorato abbia avuto piacere di vedermi e incontrarmi, valutare il mio programma».

Nel suo nuovo ruolo dovrà rapportarsi con le massime cariche del territorio.

«Intanto devo aspettare di entrare in carica ufficialmente, poi seguirò la prassi istituzionale».

Quale sarà la prima cosa che farà come nuovo rettore?

«Andrò da Massimo Carpinelli per fare con lui il punto della situazione, sono due anni e mezzo lontano dalla cabina di regia».

Di che cosa ha bisogno soprattutto l’Università di Sassari in questo momento?

«Ha bisogno di serenità. E si ottiene parlando con le persone, ascoltandole e costruendo un rapporto».

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