Sennori, il municipio è a rischio inondazione: caccia ai fondi per i lavori
di Salvatore Santoni
L’edificio sorge su una canale tombato
27 novembre 2020
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SENNORI. Allarme rosso a Sennori: il municipio è a rischio inondazione. È la notizia choc che riecheggia da qualche giorno negli uffici di via Brigata Sassari. I tecnici hanno allertato il sindaco Nicola Sassu sul pericolo che corre la casa comunale in caso di precipitazioni intense. L’edificio, che sorge al centro di una conca naturale ed esattamente sopra un canale tombato dove confluiscono due aste fluviali, ha necessità di una messa in sicurezza attraverso opere di mitigazione consistenti. La corsa contro il tempo è già partita: servono 1,3 milioni di euro.
Il problema. La prima criticità riguarda la sezione del canale, che è interamente chiusa e di dimensioni insufficienti al trasporto delle portate di piena anche ordinarie. C’è poi un effetto tappo creato dall’attraversamento sotto via Roma, che è un pezzo di strada statale 200. In pratica il terrapieno sovrasta il cosiddetto piano di campagna e quindi, prima di arrivare al livello che consente il deflusso a valle, la conca naturale si riempie di acqua. In altri termini tutta l’area si comporta come una vasca che si svuota quando è ormai colma di due metri d’acqua, cioè esattamente il contrario di quello che servirebbe per tenere all’asciutto gli edifici attorno.
Pericolo concreto. A fronte di questa situazione, i tecnici sono arrivati a una conclusione: l’insieme delle opere esistenti risultano inadatte a trasferire le portate ordinarie e soprattutto quelle previste dal Piano di assetto idrogeologico. E di conseguenza c’è una obiettiva pericolosità, acuita dal fatto che tutto questo ambaradan di miscela esplosiva è proprio sotto il municipio e lo snodo di via Roma, la via più trafficata del paese.
La soluzione. L’idea dei tecnici del Comune è di sistemare il tutto canalizzando le due aste fluviali in modo che non confluiscano sotto al palazzo comunale in modo che le portate vengano contenute con tempi di rinnovo di 200 anni. Il tracciato dei due torrenti si riunirà quindi in un unico nuovo canale a cielo aperto e in calcestruzzo lungo circa 160 metri. A monte di questo tratto artificiale saranno realizzate le trappole per l’intercettazione dei sedimenti e dei materiali solidi trasportati dalla corrente. E sarà inoltre realizzato un nuovo ponte su via Roma, con conseguente “stombatura” del canale a valle per evitare il funzionamento in pressione. Infine la soluzione progettuale prevede il drenaggio della falda freatica a monte del muro di contenimento che verrà costruito per proteggere gli uffici comunali, e l’installazione di un sistema di monitoraggio delle portate e velocità della corrente per dare l’allarme in caso di emergenza.
La missione. Nei giorni scorsi il sindaco Nicola Sassu, che dovrà gestire questa patata bollente ad appena sette mesi dalla fine del mandato amministrativo, ha avviato le interlocuzioni con la Regione. La missione – quasi impossibile – è andare a caccia di fondi freschi per avviare l’intervento nel più breve tempo possibile. Secondo le prime stime sono necessari 1,3 milioni di euro tra progettazione e realizzazione delle opere di mitigazione. «Siamo preoccupati – dice Sassu –. Si tratta di una criticità nota da anni che ultimamente si è aggravata. Le piogge degli ultimi anni, anche a causa dei cambiamenti climatici, sono sempre più forti. E questo riempie in continuazione il canale tombato, che a sua volta sta causando grossi problemi alla struttura comunale, anche nonostante le continue manutenzioni». «Le opere esistenti – aggiunge Sassu – non sono più in grado di sostenere la capienza delle acque. Il rischio è tangibile e dobbiamo intervenire quanto prima per evitare che si verifichino gravi inondazioni».
Il problema. La prima criticità riguarda la sezione del canale, che è interamente chiusa e di dimensioni insufficienti al trasporto delle portate di piena anche ordinarie. C’è poi un effetto tappo creato dall’attraversamento sotto via Roma, che è un pezzo di strada statale 200. In pratica il terrapieno sovrasta il cosiddetto piano di campagna e quindi, prima di arrivare al livello che consente il deflusso a valle, la conca naturale si riempie di acqua. In altri termini tutta l’area si comporta come una vasca che si svuota quando è ormai colma di due metri d’acqua, cioè esattamente il contrario di quello che servirebbe per tenere all’asciutto gli edifici attorno.
Pericolo concreto. A fronte di questa situazione, i tecnici sono arrivati a una conclusione: l’insieme delle opere esistenti risultano inadatte a trasferire le portate ordinarie e soprattutto quelle previste dal Piano di assetto idrogeologico. E di conseguenza c’è una obiettiva pericolosità, acuita dal fatto che tutto questo ambaradan di miscela esplosiva è proprio sotto il municipio e lo snodo di via Roma, la via più trafficata del paese.
La soluzione. L’idea dei tecnici del Comune è di sistemare il tutto canalizzando le due aste fluviali in modo che non confluiscano sotto al palazzo comunale in modo che le portate vengano contenute con tempi di rinnovo di 200 anni. Il tracciato dei due torrenti si riunirà quindi in un unico nuovo canale a cielo aperto e in calcestruzzo lungo circa 160 metri. A monte di questo tratto artificiale saranno realizzate le trappole per l’intercettazione dei sedimenti e dei materiali solidi trasportati dalla corrente. E sarà inoltre realizzato un nuovo ponte su via Roma, con conseguente “stombatura” del canale a valle per evitare il funzionamento in pressione. Infine la soluzione progettuale prevede il drenaggio della falda freatica a monte del muro di contenimento che verrà costruito per proteggere gli uffici comunali, e l’installazione di un sistema di monitoraggio delle portate e velocità della corrente per dare l’allarme in caso di emergenza.
La missione. Nei giorni scorsi il sindaco Nicola Sassu, che dovrà gestire questa patata bollente ad appena sette mesi dalla fine del mandato amministrativo, ha avviato le interlocuzioni con la Regione. La missione – quasi impossibile – è andare a caccia di fondi freschi per avviare l’intervento nel più breve tempo possibile. Secondo le prime stime sono necessari 1,3 milioni di euro tra progettazione e realizzazione delle opere di mitigazione. «Siamo preoccupati – dice Sassu –. Si tratta di una criticità nota da anni che ultimamente si è aggravata. Le piogge degli ultimi anni, anche a causa dei cambiamenti climatici, sono sempre più forti. E questo riempie in continuazione il canale tombato, che a sua volta sta causando grossi problemi alla struttura comunale, anche nonostante le continue manutenzioni». «Le opere esistenti – aggiunge Sassu – non sono più in grado di sostenere la capienza delle acque. Il rischio è tangibile e dobbiamo intervenire quanto prima per evitare che si verifichino gravi inondazioni».