Un tesoro di volumi antichi
di Barbara Mastino
La Biblioteca e l’archivio diocesano aprono 3 giorni a settimana: tra le perle un incunabolo del 1400
29 novembre 2020
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OZIERI. Un tesoro di documenti, volumi antichi e altre pubblicazioni nell’Archivio Storico e nella Biblioteca storica della Diocesi di Ozieri, aperto per tre giorni a settimana per la consultazione di tutto il suo ricco patrimonio. All’interno delle quattro sale della Biblioteca sono custoditi centinaia di volumi appartenuti a singoli sacerdoti o provenienti da diversi fondi - tra i quali il più affascinante è quello derivante dal convento dei frati francescani - e contiene volumi antichissimi come una cinquecentina di Decretali restaurata sapientemente dagli esperti del monastero benedettino di San Pietro di Sorres. Se il pezzo più antico, un incunabolo (ovvero un volume risalente al ‘400), è custodito nel vicino Museo di Arte Sacra, nella Biblioteca è possibile comunque vedere volumi databili in età antica in particolare a partire dalla seconda metà del Settecento, epoca nella quale iniziò a crescere anche in Sardegna la fruizione letteraria a partire appunto dall’ambiente ecclesiastico e conventuale. Vi sono anche dei volumi estremamente rari, come il tomo V della “Sylva Concionatoria” del De Olivera e le “Platicas (sic.) Doctrinales” dell’arcivescovo di Cagliari Giulio Cesare Gandolfo, entrambi risalenti alla seconda metà del ‘700 e delle quali esistono pochissimi esemplari nel mondo. Il grosso del fondo bibliotecario è costituito da volumi di morale, diritto canonico, sacra scrittura e storia della Chiesa, ma nei fondi privati (come quelli dei sacerdoti Pietrino Cau e Renato Iori) si trovano anche altri generi letterari. Stesso discorso vale per il corposo Fondo Amadu, che oltre alla ricchissima biblioteca del sacerdote e studioso pattadese, scomparso qualche anno fa, comprende anche tutti i manoscritti degli studi del noto e apprezzato storico che produsse importanti ricerche sulla diocesi e non solo e formò generazioni di studenti. Questa documentazione è conservata nell’Archivio, che custodisce anche un numero incredibile di atti, sentenze, pareri e quanto di vario poteva essere prodotto nella cattedrale e nelle parrocchie. Un fondo ricco ma non ancora completo, che potrebbe essere tale «se si riuscissero a far convergere nell’archivio i libri (registri dei sacramenti, ndc) delle parrocchie, che costituiscono una fonte fondamentale per le ricerche genealogiche». É l’auspicio di monsignor Tonino Cabizzosu, storico, studioso e docente universitario ora direttore del polo culturale della Diocesi di Ozieri, che nei tre giorni di apertura accoglie lettori e studiosi mettendo a disposizione la sua esperienza, con l’ausilio di alcuni archivisti. Ultimo tassello della collezione è l’Emeroteca, che conserva pubblicazioni risalenti sino all’800 (Civiltà Cattolica, su tutte) e intere rassegne di periodici diocesani sardi. Si tratta insomma di un ricco patrimonio di testi che, sebbene sia ancora in fase di catalogazione, da qualche tempo e anche in questo periodo di semi lockdown, con tutte le cautele, è fruibile ogni martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 12.30 nei locali che, insieme con il Museo Diocesano di Arte Sacra, costituiscono il polo culturale della Diocesi di Ozieri. E’ il bellissimo edificio seicentesco tra piazza Carlo Alberto e via Umberto che ospitò il collegio gesuitico sino al 1773, anno della messa al bando della Compagnia, e poi il seminario vescovile sino alla costruzione di quello attuale. La sede stessa è quindi un pezzo di storia della città, così come lo sono i pregevoli documenti in esso custoditi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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