La Nuova Sardegna

Sassari

Morì dopo la caduta, atti tornano al pm

Morì dopo la caduta, atti tornano al pm

Colpo di scena nel processo per omicidio colposo. Il giudice: riformulare l’accusa

05 dicembre 2020
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SASSARI. Per la Procura della Repubblica la morte del signor Ignazio Manunta di Porto Torres – avvenuta il 16 dicembre del 2016 in ospedale dove era stato ricoverato in seguito a una caduta nell’Albergo della salute Villa Celeste di Platamona – sarebbe riconducibile a negligenza, imprudenza e imperizia dell’amministratore unico della società Residenza Platamona e della titolare della struttura.

I due erano finiti a processo con l’accusa di omicidio colposo difesi dagli avvocati Antonio Canu e Gabriele Satta.

Ii paziente avrebbe necessitato «di attenzione sanitaria continuativa per via delle ripetute cadute accidentali avvenute nell’Albergo della salute Villa Celeste. Struttura inidonea – si legge nel capo d’imputazione – al trattamento di Manunta, che decedeva per complicanze infettive a seguito di ricovero ospedaliero imposto da una caduta accidentale all’interno dello stesso Albergo». Ieri mattina durante il processo c’è stato però un colpo di scena. Il giudice Mauro Pusceddu ha restituito gli atti al pm chiedendo alla Procura di riformulare il capo d’imputazione. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile. Secondo i parenti, il giorno in cui Ignazio Manunta finì a terra riportando un grave trauma cranico, la figlia avrebbe ricevuto una chiamata da una dipendente che le avrebbe chiesto se ritenesse opportuno chiedere l’intervento di un’ambulanza per il proprio padre. L’uomo era stato ricoverato prima in Neurochirurgia e poi in Lungodegenza. A distanza di tre mesi era morto. Dal canto loro gli imputati hanno sempre sostenuto che il personale abbia lavorato con scrupolo e attenzione nei confronti della vittima e di tutti gli altri pazienti ospiti della struttura. Ora spetterà al pm riformulare le accuse. (l.f.)

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