La Nuova Sardegna

Sassari

Auto rubate a Napoli rivendute in Sardegna

di Gianni Bazzoni
Auto rubate a Napoli rivendute in Sardegna

I Suv venivano reimmatricolati utilizzando documenti clonati di veicoli esteri Cinque persone denunciate, i Qashqai sequestrati erano stoccati a Sorso

16 dicembre 2020
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SASSARI. Auto rubate nel napoletano, reimmatricolate e vendute in Sardegna come nuove. Una truffa scoperta dagli agenti della polizia stradale di Sassari che ha portato alla denuncia di cinque persone (due disoccupati di Sorso e tre residenti in Campania) e ha spalancato le porte a una inchiesta che potrebbe riservare ulteriori sviluppi. In questi giorni agli interessati è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini che sono coordinate dal pubblico ministero della procura della Repubblica di Sassari Beatrice Giovannetti.

L’attività investigativa è cominciata lo scorso anno ed è arrivata a una prima conclusione solo in questi giorni. Gli agenti della Polstrada sassarese - guidati dal dirigente Inti Piras - hanno incrociato il filone delle auto rubate e rivendute mentre erano impegnati in un’altra indagine e da quel momento hanno focalizzato l’attenzione su un caso che poi si è rivelato particolarmente interessante. Analizzando migliaia di annunci pubblicati su internet - in particolare sul sito Subito.it e su Facebook - gli investigatori hanno scoperto che esisteva un collegamento tra i Suv (quasi tutti Nissan Qashqai, nuovissimi e con pochi chilometri e le operazioni di vendita effettuate a Sassari e in altre realtà sarde. A quel punto hanno deciso di andare a vederci chiaro ed è saltato fuori che le auto rubate venivano reimmatricolate utilizzando documenti di altri veicoli regolarmente circolanti all’estero - specie in Francia e Germania - ma anche carte di circolazione e altri allegati rubati in bianco e poi abilmente compilati a seconda delle situazioni. Una organizzazione capace di effettuare la ripunzonatura del telaio dei Suv e la sostituzione di tutte le targhette adesive, comprese quelle esposte sul parabrezza. Così è avvenuta la clonazione perchè le vetture rubate a Napoli e in territorio campano sono risultate circolanti contestualmente in Italia e in un altro Paese europeo. Per chi ha effettuato gli acquisti dopo avere risposto agli annunci online, l’affare era - almeno in apparenza - allettante perchè le auto nuove e super accessoriate venivano portate a casa con circa 20mila euro.

Gli autori della truffa hanno utilizzato tecniche sofisticate per il riciclaggio che occhi non esperti non avrebbero mai potuto rilevare. Tra l’altro le pratiche venivano definite nelle diverse agenzie e uffici della Motorizzazione presenti nella penisola dove si effettuavano (e qui c’è un’altra parte dell’indagine ancora in piena evoluzione) le procedure di nazionalizzazione dei veicoli mediante l’utilizzo dei corrispondenti documenti di circolazione di veicoli esteri e con l’emissione di nuove targhe.

Le auto, una volta espletate le operazioni e completati gli interventi di “trasformazione”, venivano trasferite in Sardegna con normali viaggi a bordo dei traghetti e poi stoccate in una struttura alla periferia di Sorso.

I veicoli sono stati sottoposti a una serie di accertamenti tecnici da parte della polizia stradale che hanno fatto emergere le manomissioni fino alla ricostruzione del loro percorso, dal momento del furto fino alla vendita con truffa. Tutte le auto - su disposizione della Procura – sono state messe sotto sequestro in attesa di essere restituite ai legittimi proprietari. Per gli acquirenti truffati si apre una strada giudiziaria con la speranza di riuscire a recuperare almeno i soldi versati per l’acquisto dei Suv. Ma la strada sarà lunga.

«La polizia di Stato consiglia sempre di procedere con cautela nell’acquisto di auto – ha detto il dirigente della Polstrada Inti Piras – la cosa migliore è rivolgersi a venditori ufficiali e affermati sul mercato. Dietro offerte particolarmente vantaggiose potrebbero celarsi truffe con il rischio reale di perdere l’auto e il denaro versato. Massima attenzione per gli acquisti in rete e alla documentazione fornita. Nei casi dubbi meglio rivolgersi alla polizia stradale per un eventuale supporto».

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