La Nuova Sardegna

Sassari

Non truffarono Regione e Ateneo: assolti 6 ricercatori

di Luca Fiori
Non truffarono Regione e Ateneo: assolti 6 ricercatori

Erano accusati di presunte irregolarità in un concorso Dopo la denuncia la Regione aveva bloccato i fondi

19 dicembre 2020
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SASSARI. Quando ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Antonello Spanu ha letto la sentenza di proscioglimento «perché il fatto non sussiste» qualcuno dei sei ricercatori finiti in tribunale con l’accusa di truffa per un concorso pubblico contestato, non è riuscito a trattenere le lacrime.

Nessuna truffa dunque e nessuna irregolarità nel concorso bandito dall’Università di Sassari e finalizzato al reclutamento di sette ricercatori da inserire nell’ateneo. Un progetto, quello sul cosiddetto “rientro dei cervelli”, finanziato dalla Regione che a un certo punto aveva sospeso il trasferimento dei fondi a causa delle numerose segnalazioni.

Ieri il giudice ha accolto la tesi del collegio difensivo che sin dall’inizio dell’indagine aveva sostenuto che non ci fosse nessuna anomalia nella procedura di selezione. La Procura contestava in particolare la mancanza dei requisiti per cinque dei sette ricercatori reclutati sulla base del programma regionale, con contratti triennali. Nei loro confronti (all’elenco si era aggiunto poi anche un sesto candidato) il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio per truffa.

Reato che secondo il pubblico ministero si sarebbe consumato perché avrebbero partecipato al concorso «presentando domanda contenente dichiarazioni e documenti mendaci e comunque ingannevoli – aveva sostenuto il pm – per dissimulare la mancanza del requisito dello stabile impegno all’estero in attività di ricerca previsto quale presupposto e requisito base indispensabile dall’articolo 2 comma 1 del bando rettorale».

In questo modo, secondo la Procura, avrebbero «indotto in errore la commissione concorsuale che li decretava vincitori del concorso».

La sentenza di ieri riabilita dunque e scagiona completamente da ogni accusa Giampaolo Piga, sassarese di 46 anni, Gian Felice Giaccu, 47enne nativo di Villagrande Strisaili e residente a Cagliari, Tania Carta, 44 anni, di Sassari, Paola Cadeddu, 40enne di Alghero, Mario Bosincu, 41 anni, di Sassari e Sonia Fernandez Sanchez, originaria di Madrid e residente a Cagliari.

Gli avvocati, Sebastiano Chironi, Vanni Luciano, Marco Palmieri, Enrico Cossu e Silvio Piras avevano depositato le memorie difensive con cui era stato smontato il castello accusatorio. Mentre i legali Loy e Lampis che assistono Sonia Fernandez Sanchez si erano concentrati in particolare sui titoli della candidata da loro assistita (arrivata decima in graduatoria) che avrebbero dovuto farle ottenere la borsa da ricercatore. La vicenda era approdata in tribunale dopo una lunga serie di ricorsi, denunce e segnalazioni che contestavano anomalie nella procedura di selezione e in particolare la mancanza dei requisiti per cinque dei sette ricercatori reclutati sulla base del programma regionale, con contratti triennali. Ciascuno dei ricercatori avrebbe ottenuto per quel concorso cifre che si aggirano intorno ai 145mila euro, importo corrispondente alla retribuzione per l’incarico di ricercatore. Dopo le segnalazioni la Regione aveva sospeso il trasferimento dei fondi e la Procura aveva proceduto per truffa. Ma per il giudice non ci fu nessuna irregolarità.

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