Ciao Daniele, porta lassù il tuo grande ottimismo
La Nuova Sardegna in lutto, Doro è stato una grande penna e un amico sincero dello sport sassarese
SASSARI. Sembra di sentirla sempre la risata di Daniele Doro. Era uno dei punti fermi della Nuova Sardegna, in via Porcellana o a Predda Niedda. Anche quando è andato in pensione la potevi sentire, magari ogni tanto, magari quando eri triste e avevi solo bisogno di un punto di riferimento ottimista. E chi se lo dimenticherà mai Daniele Doro, quella risata contagiosa, quella coperta di Linus di chi ha frequentato la Nuova. Era un collega competetente e generoso Daniele, una persona dolce, buona, gentile. Ottimista, sì ottimista, non è una parolaccia, è quello che mi viene in mente ora che penso a lui con le lacrime agli occhi. Vedeva sempre il lato bello delle cose. Chiedete a tipografi e giornalisti chi era Daniele Doro, chiedete ai collaboratori, a chi bazzicava il mondo dello sport alla Nuova di cui lui aveva le chiavi, chiedete anche a quelli che telefonavano per sapere un risultato, avere un'informazione. Avrete la stessa risposta. La stessa di chi lo ha avuto compagno di banco per decenni e sa che grande persona era. Ha passato una vita alla Nuova Daniele Doro. La mattina impiegato alla Asl e la sera al giornale a occuparsi di sport. Ha cominciato prestissimo a frequentare la redazione, c'era quando nei giornali si respirava inchiostro, piombo e buone maniere, e quando è arrivata la tecnologia. La sua grande passione era l'atletica (da ragazzo aveva fatto anche il giudice), sapeva tutto, storie e numeri di un mondo affascinante. Ma sapeva tutto anche di musica lirica, sì avete capito bene: Verdi e Puccini li conosceva come Zola e Gianni Puggioni. Il Paradiso per lui era un posto dove sedersi con delle grandi cuffie e sentire la Traviata mentre davanti scorrono le immagini del calcio, magari i gol della amata Torres che ha raccontato ininterrottamente per decenni. Speriamo che lassù abbiano un’antenna potente, un abbonamento a Sky, Dazn o quello che vi pare. Non credo che possa fare a meno di vedere la sua Torres, la sua Juventus, e come scherzavamo in redazione, se non ci sono le squadre del cuore ci vediamo Corinthias-San Paolo o Islanda-Singapore. Era un onnivoro del pallone. Quindi non scherzate lassù, organizzatevi. Lui continuerà a coltivare la sua passione e noi proveremo a sentire ancora quella risata fantastica, magari un po' attutita dalle nuvole, ma sempre presente in un angolo del nostro cuore. Ciao Daniele, grazie per esserci stato. E chi ti dimenticherà mai.