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Guerra tra Comune e Curia: nuovo ricorso per aprire le chiese

BONO. Tra la Curia e l’amministrazione comunale del paese è guerra aperta a corpi di ordinanze e ricorsi sulla questione delle celebrazioni in chiesa aperte al pubblico. Siamo al quarto atto di una...

10 gennaio 2021
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BONO. Tra la Curia e l’amministrazione comunale del paese è guerra aperta a corpi di ordinanze e ricorsi sulla questione delle celebrazioni in chiesa aperte al pubblico.

Siamo al quarto atto di una storia cominciata il 29 dicembre con un’ordinanza firmata dal vicesindaco Nicola Spanu, annullata due giorni dopo dalla prefetta di Sassari Maria Luisa D’Alessandro e reiterata il 5 gennaio dal sindaco Elio Mulas. Ora la Curia si rivolge nuovamente alla prefetta con un ricorso presentato dall’avvocato Ivano Iai in rappresentanza del vescovo di Ozieri, monsignor Corrado Melis, e del parroco di Bono, don Mario Curzo. Entrambi avevano contestato aspramente le decisioni del sindaco e del vicesindaco: «una brutta e triste e pagina» aveva infatti detto don Mario Curzo, mentre il vescovo a sua volta aveva parlato di «un'indebita e grossolana ingerenza nella sfera del culto».

Una decisione che l’avvocato Ivano Iai contesta sostenendo, tra le altre cose, che «né le disposizioni legislative vigenti, né quelle attuative e regolamentari del Governo prescrivono alcuna sospensione delle celebrazioni comunitarie del culto della Chiesa cattolica, né offrono alle Amministrazioni locali strumenti per procedere in tal senso o in prospettiva di comprimere ulteriormente le libertà costituzionali, alla luce di una previsione generale che, prorogato lo stato di emergenza nazionale, prevede l’applicazione sull’intero territorio italiano, fino al 15 gennaio 2020, di eguali misure indicate nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2020, in vigore dal 4 dicembre 2020». Al vescovo e il parroco, infatti, secondo l’avvocato Iai «è affidata la cura e il presidio connessi alla libertà costituzionale di manifestazione ed esercizio del culto cristiano che nel contesto dei diritti riconosciuti dalla carta fondamentale ha una protezione in seno ai principi fondamentali, insopprimibili e immodificabili se non in melius».

Inoltre, sostiene il legale, l’emergenza sanitaria riscontrata a Bono non è diversa da quella riscontrata in tutto il territorio nazionale e se anche fosse, il sindaco (e il vicesindaco) non avrebbe comunque titolo per poter emettere ordinanze come quella contestata nel ricorso: «se nel territorio del Comune di Bono vi fosse, per assurdo, una situazione locale “diversificata” da quella nazionale, in ogni caso non competerebbe al sindaco di provvedere con ordinanze extra ordinem ma alla Regione».



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