Ittiri, un finanziamento per recuperare l’area dell’abbazia di Paulis
ITTIRI. Lo spazio intorno all’antica abbazia di Nostra Signora di Paulis tornerà a splendere grazie a un finanziamento di 380mila euro. Il progetto prevede la valorizzazione e fruizione dei beni...
26 gennaio 2021
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ITTIRI. Lo spazio intorno all’antica abbazia di Nostra Signora di Paulis tornerà a splendere grazie a un finanziamento di 380mila euro. Il progetto prevede la valorizzazione e fruizione dei beni culturali presenti nel territorio di Ittiri sia in termini di accessibilità, ma anche in funzione della loro singolarità, della facilità di accesso e del loro stato di conservazione. L’abbazia di Nostra Signora di Paulis, costruita nel 1205, possiede questi requisiti in quanto ubicata nell’agro fra Ittiri e Uri, lungo il tracciato della strada romana, poi denominata “s’istrada de sos Padres” (la strada dei Frati) che la collegava all’abbazia cistercense di Santa Maria di Corte ubicata nel Comune di Sindia fondata nel 1149.
Fu costruita in un sito da bonificare perché paludoso, da cui la denominazione di Paludis/Padulis. «L’intervento – spiega Baingio Cuccu assessore alla cultura del comune di Ittiri – consiste, oltre che nella pulizia generale e messa in sicurezza del sito, nella sistemazione del perimetro che circoscrive l’intera area archeologica, nella realizzazione di un punto di accoglienza dei visitatori, nell’installazione di sistemi di illuminazione, videosorveglianza e pannellature multilingue con didascalie e notizie sulla originale fattura architettonica».
È prevista, inoltre, in accordo con la Soprintendenza, la realizzazione di un percorso “espositivo a terra” (su pannellature staccate dal terreno) utilizzando, e catalogando, tutti i frammenti rinvenuti e accumulati durante le precedenti campagne di scavo, in modo da creare un vero e proprio museo a cielo aperto. L’area in cui insite il sito, infatti, è abbastanza ampia, ma per poter mettere in sicurezza i vari elementi architettonici e i vari punti (tra i quali un pozzo senza protezioni), è necessario ricostruire varie parti della struttura e offrire maggiori elementi informativi sul sito. Questi interventi servirebbero anche a porre fine ai continui furti da parte di tombaroli. Le risorse arriveranno grazie attraverso le i fondi Por Fesr 2014-2020, Fsc 2014- 2020 per la valorizzazione turistica integrata e il miglioramento della qualità della vita delle comunità locali del territorio delle Unioni dei Comuni Anglona e Coros,
Vincenzo Masia
Fu costruita in un sito da bonificare perché paludoso, da cui la denominazione di Paludis/Padulis. «L’intervento – spiega Baingio Cuccu assessore alla cultura del comune di Ittiri – consiste, oltre che nella pulizia generale e messa in sicurezza del sito, nella sistemazione del perimetro che circoscrive l’intera area archeologica, nella realizzazione di un punto di accoglienza dei visitatori, nell’installazione di sistemi di illuminazione, videosorveglianza e pannellature multilingue con didascalie e notizie sulla originale fattura architettonica».
È prevista, inoltre, in accordo con la Soprintendenza, la realizzazione di un percorso “espositivo a terra” (su pannellature staccate dal terreno) utilizzando, e catalogando, tutti i frammenti rinvenuti e accumulati durante le precedenti campagne di scavo, in modo da creare un vero e proprio museo a cielo aperto. L’area in cui insite il sito, infatti, è abbastanza ampia, ma per poter mettere in sicurezza i vari elementi architettonici e i vari punti (tra i quali un pozzo senza protezioni), è necessario ricostruire varie parti della struttura e offrire maggiori elementi informativi sul sito. Questi interventi servirebbero anche a porre fine ai continui furti da parte di tombaroli. Le risorse arriveranno grazie attraverso le i fondi Por Fesr 2014-2020, Fsc 2014- 2020 per la valorizzazione turistica integrata e il miglioramento della qualità della vita delle comunità locali del territorio delle Unioni dei Comuni Anglona e Coros,
Vincenzo Masia