La Nuova Sardegna

Sassari

Morta di tumore, prosciolto il medico

Morta di tumore, prosciolto il medico

Per il pm ci fu un ritardo diagnostico. I consulenti: manca il nesso di causalità

04 febbraio 2021
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SASSARI. Il ritardo diagnostico sulla paziente – se mai ci fosse stato, perché in udienza preliminare non lo si è potuto accertare – non avrebbe influito sulla prognosi, né sulle aspettative di vita di una donna morta di tumore. E nemmeno avrebbe «determinato un’influenza peggiorativa in termini di sofferenza». Cioè la donna non avrebbe provato maggiore dolore.

Sono le conclusioni cui sono giunti i consulenti del pubblico ministero che – su richiesta del gup Carmela Rita Serra – hanno integrato la perizia per far luce sulla morte di una 54enne sassarese. Ieri all’esito della discussione il giudice ha deciso per il non luogo a procedere nei confronti del medico di famiglia Vincenzo Colombino, difeso dagli avvocati Paola Cannas e Maurizio Colombino. Il medico era accusato di omicidio colposo per aver, secondo la Procura, sbagliato la diagnosi alla paziente (curata per un’artrite e poi morta di tumore al seno).

La donna, in base alla ricostruzione dell’accusa, lamentava un dolore persistente che interessava la mano e il braccio destro – dove c’era anche un evidente gonfiore – e che non accennava a diminuire con quella terapia di antidolorifici e antinfiammatori. Il pubblico ministero Paolo Piras aveva chiesto il rinvio a giudizio del medico perché avrebbe «diagnosticato erroneamente un’artrite» «somministrando terapia antalgica, potenzialmente mascherante la diversa origine del quadro, senza aver escluso un altro processo fisio-patologico». Richiesta reiterata anche ieri all’esito della relazione dei consulenti perché secondo il pm alcuni profili di colpa andavano approfonditi in un dibattimento.

Ma il giudice ha prosciolto Colombino alla luce della consulenza collegiale che di fatto ha escluso un nesso di causalità tra l’eventuale “condotta omissiva” del medico e la morte della paziente. Il quadro clinico, come è stato sottolineato nella stessa relazione, era talmente grave che anche supponendo l’esistenza di un ritardo nella diagnosi, avrebbe comunque portato al decesso della 54enne. (na.co.)

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