La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, i mattoni fatti con il latte conquistano il mondo

di Giovanni Bua
Sassari, i mattoni fatti con il latte conquistano il mondo

I milkbrick di Giangavino Muresu presto sul mercato dopo un anno di studi con Italcementi

07 febbraio 2021
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SASSARI. I mattoni di latte sono pronti a conquistare il mondo. La rivoluzionaria idea di Giangavino Muresu, brillante e testardo inventore industriale di Ossi, è infatti diventata “maggiorenne”, dopo un anno passato a lavorare nell’area ricerca e innovazione di Italcementi, che ha messo a disposizione del progetto le proprie competenze e conoscenze per effettuare una serie di ricerche e studi di fattibilità. E per portare a validazione i primi prodotti a impatto idrico zero. Prodotti che ora si preparano al grande salto sul mercato internazionale.

Il “calcestruzzo made in Sardegna” sfoggia ben due patenti di eccellenza: i milk brick sono a impatto idrico zero, un risultato che permette di avviare un cambio di paradigma nel settore industriale edilizio attivando un nuovo modello di business basato sui criteri della Circular Economy. E inoltre dalla validazione è emerso fuori che tramite la tecnologia Milk Brick è possibile ottenere performance di prodotto superiori rispetto a tutto ciò che è già noto, qualità che sono state definite dai managers Italcementi eccezionali.

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Davvero niente male per una idea nata in un garage. Tutto opera di Giangavino Muresu, una laurea in Architettura lasciata in corsa, per andare a lavorare nell’impresa edile del padre, travolta dalla crisi del 2008, un’inventiva fuori dal comune, che gli ha permesso di rialzarsi e ripartire, da un piccolo laboratorio della sua Ossi. «Lì ho elaborato progetti e miglioramenti di processo, brevettati e venduti alle aziende – racconta –. E lì ho sviluppato, in 5 anni di lavoro, l’idea che spero cambi la mia vita. E quella di tutto il pianeta. Talmente grossa che lo stesso ufficio brevetti, quando l’ho depositata nel 2016, mi ha avvisato: «occhio, con questa potresti conquistare il mondo». Giangavino non perde tempo, nel 2017 fonda una startup, coinvolge due soci, deposita il brevetto internazionale. E inizia la sua scalata.

La prima vetta la raggiunge nel 2019, quando il 34enne di Ossi riceve il premio speciale Italcementi HeidelbergCement Group, per «l’obiettivo di riduzione del consumo di acqua nella produzione di calcestruzzo grazie alla valorizzazione del latte di scarto dell’industria casearia attraverso la separazione e il successivo recupero della caseina e dell’acqua per sviluppare materiali per l’edilizia».

«A marzo 2020 – racconta Muresu – ho firmato un contratto con Italcementi ed abbiamo avviato la prima fase di validazione dei prodotti nei loro laboratori. Le attività di validazione si sono dovute arrestare da aprile a settembre per il Covid, ma non ci siamo persi d’animo in quanto con i managers dell’Italcementi ci siamo dedicati alla validazione del Modello di business a cui abbiamo dedicato oltre 1.000 ore di lavoro. Da settembre sono riprese le attività di validazione dei prodotti e con i managers ed i tecnici del centro innovazione abbiamo accelerato sulle attività da svolgere e nonostante tutte le difficoltà del momento che stiamo attraversando in Italia causa Covid: siamo riusciti a portare a validazione i primi prodotti a impatto idrico zero che ora porteremo sul mercato».

E anche qui l’inventiva dell’imprenditore ossese scende in campo: «Entreremo sul mercato – spiega - con una piattaforma di vendita online, che chiaramente avrà il suo cuore in Sardegna. In cui tutti i nostri clienti architetti, ingegneri, progettisti, grandi corporate , consumatore diretto potranno finalmente acquistare prodotti per l ‘edilizia a impatto idrico zero contribuendo a portare avanti la Mission milk brick: preservare miliardi di litri di acqua in tutto il Pianeta. E valorizzare la produzione di latte e i suoi scarti di lavorazione. Operazione strategica nell’lsola, ma anche in tante altre parti del mondo». Ma non solo: «Abbiamo un importante progetto europeo da realizzare in Sardegna che prevede la costruzione di un impianto di biopolimero e fibra di latte ottenibile sia dal latte puro e sia dal latte di scarto, che potrà generare valore ambientale, economico e sociale».

Un prodotto con il cuore in Sardegna, ma con gli occhi rivolti al mondo: «Proprio in queste settimane siamo in trattativa con un fondo di investimento molto importante con il quale ci auspichiamo di poter definire il prossimo round di investimento necessario alla prossima fase di industrializzazione».
 

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