La Nuova Sardegna

Sassari

Il Pit fluviale verso l’arrivo dopo un viaggio di 20 anni

di Gavino Masia
Il Pit fluviale verso l’arrivo dopo un viaggio di 20 anni

La Regione ha approvato la procedura di Valutazione di impatto ambientale Fondamentale l’intervento sul rio Mannu anche per la tutela del ponte romano

2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. La giunta regionale ha approvato lo scorso 24 marzo la delibera per la procedura di valutazione d’impatto ambientale del primo lotto funzionale del parco fluviale di Porto Torres. Si tratta del progetto definitivo del Pit fluviale – che gode di un finanziamento regionale di 5 milioni e 229mila euro – e riguarda i tanto attesi interventi di difesa idraulica dalle inondazioni del rio Mannu. Sono già trascorsi vent’anni dall’avvio del crono programma di questo progetto, che ha dovuto superare autorizzazioni di enti e varianti urbanistiche per arrivare finalmente in dirittura d’arrivo o quasi per vedere la luce in fondo al tunnel della burocrazia. Nel 2002 la sottoscrizione dell'accordo di programma e due anni dopo, nei tavoli della Regione, l'ottimizzazione del bando. A giugno 2008 il consiglio comunale aveva invece approvato i progetti preliminari con adozione della variante al Piano regolatore comunale e con contestuale dichiarazione di pubblica utilità dell'opera pubblica. Un anno dopo la Regione diede parere favorevole sullo studio di compatibilità idraulica e geologica geotecnica e nel 2013 l’Arpas validò i dati relativi alle attività di caratterizzazione. Nel corso della progettazione si sono infatti dovuti adeguare criteri e parametri progettuali agli strumenti pianificatori esistenti in materia di rischio idrogeologico. Ovvero il piano di assetto idrogeologico, il piano stralcio delle fasce fluviali e il piano di gestione rischio alluvioni. Lo scorso anno la struttura tecnica del Comune ha affidato l’incarico di assistenza scientifica archeologica ai lavori di scavo all’archeologo Luca Sanna. Che dovrà fornire assistenza scientifica ai lavori di scavo nelle aree previste in progetto e assistenza archeologico scientifica per i lavori di dragaggio dell’alveo del fiume. La speranza è che entro quest’anno possano finalmente partire gli interventi per la sistemazione del rio Mannu, considerato che la stessa progettazione godrà di ulteriori 500mila euro erogati nei mesi sorsi dall’assessorato regionale ai Lavori pubblici. Gli interventi riguardano la risagomatura del corso d’acqua e la riqualificazione di tutta l’area del Ponte Romano. E’ infatti necessario abbassare la quota della sponda destra e il sopralzo sulla strada di via Fontana Vecchia, che confina i deflussi e crea ostacolo tirando su il livello idrico e andando a mettere in crisi lo stesso monumento. E’ inoltre prevista l’eliminazione della soglia presente sulla foce del fiume. L’area sarà valorizzata anche dal punto di vista naturalistico e può essere fruibile per praticare attività sportive come il canottaggio. Senza dimenticare i percorsi pedonali lungo le sponde del fiume, per sfruttare una zona così attraente e per troppo tempo dimenticata dalle istituzioni. La conferma è visibile dallo stato indecoroso in cui si presenta oggi il terreno che qualche anno fa ospitava un maneggio, con le erbacce che coprono anche la visione del rio Mannu.

Primo piano
I casi

Non solo Michael Frison: ecco le persone sarde scomparse di cui non si sa più nulla

Le nostre iniziative