Assalto al caseificio: per i 21 a processo udienza il 15 luglio
SASSARI. É stato aperto e subito rinviato al 15 luglio il processo nei confronti dei 21 imputati per l’assalto del 9 febbraio di due anni fa al caseificio dei Fratelli Pinna a Thiesi. Alcuni problemi...
07 maggio 2021
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SASSARI. É stato aperto e subito rinviato al 15 luglio il processo nei confronti dei 21 imputati per l’assalto del 9 febbraio di due anni fa al caseificio dei Fratelli Pinna a Thiesi. Alcuni problemi nelle procedure di notifica hanno costretto il giudice monocratico del Tribunale di Sassari Mauro Pusceddu a fissare l’aggiornamento dell’udienza.
Quella di Thiesi fu una delle manifestazioni di protesta messe in atto dai pastori per contestare il prezzo del latte (pagato 60 centesimi al litro) e in quel contesto particolare si era scatenato un vero e proprio assalto, alcune finestre dello stabilimento erano state sfondate con i bidoni, il latte versato all’interno, i dipendenti furono costretti ad asserragliarsi nello stabilimento per evitare che la situazione potesse ulteriormente degenerare.
Per i 21 indagati - identificati a conclusione dell’attività investigativa - era stata disposta la citazione diretta a giudizio (senza quindi passare per il filtro dell’udienza preliminare) e ieri per la prima udienza nella corte d’assise di Sassari (scelta per ragioni di spazio e di rispetto delle distanze in questa fase di emergenza sanitaria) c’erano gli avvocati che - dopo le valutazioni del giudice - hanno preso atto del rinvio al 15 luglio.
I reati di cui devono rispondere in concorso i 21 pastori, sono danneggiamento aggravato, deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Il pubblico ministero Angelo Beccu, titolare dell’inchiesta, nel decreto di citazione ha evidenziato che gli imputati avrebbero esercitato «un’indebita pressione nell’ambito della trattativa fra industriali e allevatori sul prezzo del latte ovino in concorso fra loro e con un altro centinaio di persone non identificate». E per mettere in atto questo piano avrebbero «costretto Giommaria Pinna, legale rappresentante della società “F.lli Pinna Industria casearia spa”unitamente agli altri soci e a decine di dipendenti dell’impresa, ad asserragliarsi all’interno dell’azienda, essendosi radunati inferociti all’esterno dello stabilimento per manifestare contro il prezzo praticato dall’impresa, sfondando porte e infrangendo finestre e vetrate con numerosi bidoni metallici, e riversando il latte all’interno dei locali, in tal modo allagandoli e imbrattandoli, nonché manomettendo il quadro dell’idrante antincendio».
Quella di Thiesi fu una delle manifestazioni di protesta messe in atto dai pastori per contestare il prezzo del latte (pagato 60 centesimi al litro) e in quel contesto particolare si era scatenato un vero e proprio assalto, alcune finestre dello stabilimento erano state sfondate con i bidoni, il latte versato all’interno, i dipendenti furono costretti ad asserragliarsi nello stabilimento per evitare che la situazione potesse ulteriormente degenerare.
Per i 21 indagati - identificati a conclusione dell’attività investigativa - era stata disposta la citazione diretta a giudizio (senza quindi passare per il filtro dell’udienza preliminare) e ieri per la prima udienza nella corte d’assise di Sassari (scelta per ragioni di spazio e di rispetto delle distanze in questa fase di emergenza sanitaria) c’erano gli avvocati che - dopo le valutazioni del giudice - hanno preso atto del rinvio al 15 luglio.
I reati di cui devono rispondere in concorso i 21 pastori, sono danneggiamento aggravato, deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Il pubblico ministero Angelo Beccu, titolare dell’inchiesta, nel decreto di citazione ha evidenziato che gli imputati avrebbero esercitato «un’indebita pressione nell’ambito della trattativa fra industriali e allevatori sul prezzo del latte ovino in concorso fra loro e con un altro centinaio di persone non identificate». E per mettere in atto questo piano avrebbero «costretto Giommaria Pinna, legale rappresentante della società “F.lli Pinna Industria casearia spa”unitamente agli altri soci e a decine di dipendenti dell’impresa, ad asserragliarsi all’interno dell’azienda, essendosi radunati inferociti all’esterno dello stabilimento per manifestare contro il prezzo praticato dall’impresa, sfondando porte e infrangendo finestre e vetrate con numerosi bidoni metallici, e riversando il latte all’interno dei locali, in tal modo allagandoli e imbrattandoli, nonché manomettendo il quadro dell’idrante antincendio».