Sanità al tracollo al Segni e in Logudoro e Goceano
di Barbara Mastino
A Ozieri la commissione consiliare chiede un incontro urgente al commissario Ats Mancano medici, infermieri e Oss: a rischio di chiusura reparti e ambulatori
03 giugno 2021
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OZIERI. Sono tanti i problemi dell’ospedale Segni e del sistema sanitario del Logudoro e del Goceano, messe nero su bianco nei giorni scorsi dalla commissione consiliare Politiche Sociali del Comune di Ozieri, riunitasi alla presenza dei rappresentanti territoriali dei sindacati Cgil e Cisl, anche in rappresentanza della Uil, e del consigliere regionale Nico Mundula, componente della commissione regionale Sanità.
La commissione ha approvato un ordine del giorno nel quale elenca una serie di emergenze e chiede un incontro urgente con il commissario Ares-Ats Massimo Temussi per discuterne. Nei prossimi giorni il discorso sarà allargato alla commissione distrettuale, che comprende i sindaci del Logudoro e del Goceano, che aggiungerà al già lungo elenco di emergenze presente nel documento di Ozieri, a cominciare da quelle riguardanti il Poliambulatorio di Bono.
Bono che viene citata già nel documento ozierese, poiché qui – come a Thiesi – vi è una grave carenza di personale nel Centro dialisi) che vede molto vicina la chiusura. Mancano a tutti i livelli medici, infermieri e Oss. La conseguenza è che molte strutture sia semplici che complesse sono prive di primario; che il servizio di Nefrologia e Dialisi, già ridimensionato, rischia di essere drasticamente ridotto («le due dottoresse assegnate per l’emergenza il 30 di giugno potrebbero essere ricollocate nei reparti di provenienza»); dal 1° luglio sarà interrotto il servizio di Odontoiatria, unico nell’intero Nord Sardegna; ben 5 medici, 3 di Medicina e due di Radiologia, a vario titolo, andranno a prestare servizio all’ Aou di Sassari senza garanzie sulle immediate sostituzioni; la struttura complessa di Neurologia è senza primario, e il facente funzioni non effettua più visite ambulatoriali esterne e potrebbe ridurre ulteriormente le proprie prestazioni; prosegue la atavica carenza assoluta di cardiologi; al Centro Trasfusionale mancano all’appello due biologi e un genetista ed entro giugno andranno via due tecnici, e rischia la chiusura il centro di Citogenetica.
Venendo al resto del personale, a oggi mancano nel presidio Segni 12 infermieri, 14 Oss e 2 tecnici della riabilitazione, ma i problemi riguardano anche le strutture. Come il servizio di Endoscopia digestiva, sospeso a causa della strumentazione danneggiata e mai sostituita, e la nuova struttura di sub intensiva, «completamente allestita anche con i proventi delle offerte dei cittadini ma in attesa dell’accreditamento il cui iter risulta giacere negli uffici dell’assessorato regionale»- Problemi anche per le cure domiciliari, affidate in appalto a una cooperativa, che «sono in un momento di grande crisi per la difficoltà di reperire personale infermieristico» e per le carenze di medici di base e pediatri di libera scelta. Infine il Centro di salute mentale, che «ormai non garantisce la cura, l’assistenza e la riabilitazione alle persone fragili o anziane». E’ necessario – è detto nell’ordine del giorno – «sostenere le istanze del territorio per garantire il mantenimento dei livelli minimi di assistenza alle comunità».
La commissione ha approvato un ordine del giorno nel quale elenca una serie di emergenze e chiede un incontro urgente con il commissario Ares-Ats Massimo Temussi per discuterne. Nei prossimi giorni il discorso sarà allargato alla commissione distrettuale, che comprende i sindaci del Logudoro e del Goceano, che aggiungerà al già lungo elenco di emergenze presente nel documento di Ozieri, a cominciare da quelle riguardanti il Poliambulatorio di Bono.
Bono che viene citata già nel documento ozierese, poiché qui – come a Thiesi – vi è una grave carenza di personale nel Centro dialisi) che vede molto vicina la chiusura. Mancano a tutti i livelli medici, infermieri e Oss. La conseguenza è che molte strutture sia semplici che complesse sono prive di primario; che il servizio di Nefrologia e Dialisi, già ridimensionato, rischia di essere drasticamente ridotto («le due dottoresse assegnate per l’emergenza il 30 di giugno potrebbero essere ricollocate nei reparti di provenienza»); dal 1° luglio sarà interrotto il servizio di Odontoiatria, unico nell’intero Nord Sardegna; ben 5 medici, 3 di Medicina e due di Radiologia, a vario titolo, andranno a prestare servizio all’ Aou di Sassari senza garanzie sulle immediate sostituzioni; la struttura complessa di Neurologia è senza primario, e il facente funzioni non effettua più visite ambulatoriali esterne e potrebbe ridurre ulteriormente le proprie prestazioni; prosegue la atavica carenza assoluta di cardiologi; al Centro Trasfusionale mancano all’appello due biologi e un genetista ed entro giugno andranno via due tecnici, e rischia la chiusura il centro di Citogenetica.
Venendo al resto del personale, a oggi mancano nel presidio Segni 12 infermieri, 14 Oss e 2 tecnici della riabilitazione, ma i problemi riguardano anche le strutture. Come il servizio di Endoscopia digestiva, sospeso a causa della strumentazione danneggiata e mai sostituita, e la nuova struttura di sub intensiva, «completamente allestita anche con i proventi delle offerte dei cittadini ma in attesa dell’accreditamento il cui iter risulta giacere negli uffici dell’assessorato regionale»- Problemi anche per le cure domiciliari, affidate in appalto a una cooperativa, che «sono in un momento di grande crisi per la difficoltà di reperire personale infermieristico» e per le carenze di medici di base e pediatri di libera scelta. Infine il Centro di salute mentale, che «ormai non garantisce la cura, l’assistenza e la riabilitazione alle persone fragili o anziane». E’ necessario – è detto nell’ordine del giorno – «sostenere le istanze del territorio per garantire il mantenimento dei livelli minimi di assistenza alle comunità».