SAN GIORGIO
Furto di frutta nella comunità dei detenuti in libertà vigilata
SASSARI. Hanno forzato la serratura della porta in alluminio del deposito della “frutta e verdura” all’interno della comunità Don Muntoni di San Giorgio e poi sono fuggiti con diverse cassette di...
17 giugno 2021
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SASSARI. Hanno forzato la serratura della porta in alluminio del deposito della “frutta e verdura” all’interno della comunità Don Muntoni di San Giorgio e poi sono fuggiti con diverse cassette di frutta e ortaggi per un valore di circa 400 euro.
A fare la scoperta due mattine fa sono stati i detenuti in regime di libertà vigilata che vivono nella comunità diretta da don Gaetano Galia come misura alternativa alla detenzione.
Il furto con scasso è stato un vero colpo al cuore per gli ospiti della comunità che ogni mattina vendono nella bancarella davanti all’ingresso della casa di accoglienza di San Giorgio la frutta e gli ortaggi prodotti all’interno della struttura che consente alla comunità di andare avanti.
«È una delle tante attività con cui ci autofinanziamo per le attività con i detenuti – spiega don Gateano Galia – che ci siano persone così disperate da rubare alle associazioni che lavorano per proprio per i detenuti non mi sorprende. Conosco bene il problema - aggiunge il sacerdote - ragazzi che rubano gli oggetti d’oro ai genitori, ricordi e affetti svenduti per una dose. Sarebbe bello che questi ragazzi riflettessero su come hanno perso ogni dignità. Nessun rancore, nessuna rabbia, nessuna vendetta, nessuna denuncia, il Vangelo ci insegna questo – conclude il sacerdote con una risata sarcastica – però magari ci rivediamo in carcere prima o poi».
A fare la scoperta due mattine fa sono stati i detenuti in regime di libertà vigilata che vivono nella comunità diretta da don Gaetano Galia come misura alternativa alla detenzione.
Il furto con scasso è stato un vero colpo al cuore per gli ospiti della comunità che ogni mattina vendono nella bancarella davanti all’ingresso della casa di accoglienza di San Giorgio la frutta e gli ortaggi prodotti all’interno della struttura che consente alla comunità di andare avanti.
«È una delle tante attività con cui ci autofinanziamo per le attività con i detenuti – spiega don Gateano Galia – che ci siano persone così disperate da rubare alle associazioni che lavorano per proprio per i detenuti non mi sorprende. Conosco bene il problema - aggiunge il sacerdote - ragazzi che rubano gli oggetti d’oro ai genitori, ricordi e affetti svenduti per una dose. Sarebbe bello che questi ragazzi riflettessero su come hanno perso ogni dignità. Nessun rancore, nessuna rabbia, nessuna vendetta, nessuna denuncia, il Vangelo ci insegna questo – conclude il sacerdote con una risata sarcastica – però magari ci rivediamo in carcere prima o poi».