La Nuova Sardegna

Sassari

la corte d’appello: fu violenza privata 

Non torturò un novantenne pena ridotta per una badante

Non torturò un novantenne pena ridotta per una badante

SASSARI. Non fu tortura ma violenza privata, aggravata dal fatto che la persona offesa, un novantenne di Alghero, fosse in «condizioni di minorata difesa». La corte d’appello di Sassari ha...

24 giugno 2021
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Non fu tortura ma violenza privata, aggravata dal fatto che la persona offesa, un novantenne di Alghero, fosse in «condizioni di minorata difesa».

La corte d’appello di Sassari ha parzialmente riformato quella che a febbraio del 2020 era stata definita una sentenza storica considerato che, per la prima volta in Italia, un giudice aveva condannato una badante per il reato di tortura che si sarebbe consumato in casa, in un ambiente familiare. In secondo grado, accogliendo la tesi degli avvocati difensori Romina Caula e Marco Costa, il collegio presieduto da Maria Teresa Lupinu ha invece riqualificato il fatto in violenza privata riconoscendo all’imputata l’attenuante della provocazione («l’aver agito in stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui») equivalente all’aggravante. E la pena è stata diminuita da 2 anni a 6 mesi.

Francesca Gaspa, 66 anni, originaria di Osilo ma da oltre vent’anni residente ad Alghero aveva sfregato un pannolone sporco di escrementi sul volto dell’anziano che assisteva. Il pm Maria Paola Asara in quel gesto di umiliazione e offesa alla dignità umana aveva individuato il reato di tortura.

La badante era stata assunta dai familiari dell’anziano perché venisse curato e assistito. Il 20 novembre di quattro anni fa però la moglie ottantenne e la figlia lo avevano trovato seminudo e ricoperto di feci sul corpo, in bocca e sugli occhi. Francesca Gaspa si era difesa sostenendo che si fosse trattato di un gesto istintivo dovuto ad atteggiamenti e parole poco eleganti che il 90enne le avrebbe rivolto e che l’avevano spinta in un momento di estrema esasperazione a passargli addosso la prima cosa che si era trovata tra le mani: il pannolone che gli aveva appena levato. Tesi sostenuta alla quale hanno i creduto i giudici di secondo grado che hanno riconosciuto l’attenuante.

Rideterminato anche l’ammontare della provvisionale a favore della moglie e della figlia dell’uomo (nel frattempo deceduto) parti civili con l’avvocato Giuseppe Tiana. (na.co.)

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative