«Più fondi alle strutture per l’autismo»
Le associazioni Angsa e Diversamente alla Regione: «No a un nuovo caso GeNa»
06 luglio 2021
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SASSARI. «Chiediamo alla Regione e all’assessore alla Sanità di intervenire immediatamente per risolvere la situazione che si è creata con le dimissioni improvvise e forzate di sei autistici gravi dalla struttura sassarese GeNa verso la comunità “I mandorli” a Rizzeddu, integrando i fondi per la riabilitazione a assistenza alle persone affette da autismo». Scendono in campo anche le associazioni delle famiglie Angsa Sassari Aps, Angsa Sardegna Aps e Diversamente Odv di Cagliari contro la decisione dell’At esprimendo «sconcerto e forte preoccupazione». E denunciano che altre strutture private convenzionate stanno dimettendo pazienti perché i fondi non sono sufficienti adducendo come motivazione l’inserimento di altri pazienti minori in lista d’attesa da tempo».
«Dopo il trasferimento dell’Uonpia a San Camillo, ancora una volta le famiglie assistono inermi a decisioni calate dall'alto senza alcuna condivisione e un piano individuale adeguato e senza nessuna considerazione del progetto di vita di ognuna di queste persone», dicono i presidenti Giovanna Tuffu, Speranza Ortu e Pierangelo Cappai.
«Sono anni che si parla di autismo, che si organizzano iniziative di sensibilizzazione per far conoscere questo disturbo – dicono – e invece è accaduto che una struttura pubblica, dalla quale ci si sarebbe aspettati una certa delicatezza, sensibilità e programmazione nell’assumere determinate decisioni, abbia agito con estrema superficialità e improvvisazione».
Con dolore e rammarico le associazioni hanno letto sui giornali « le scene strazianti degli adulti autistici portati via da una struttura all’altra, che hanno reagito con grande difficoltà allo spostamento. Eppure è ben noto quanto ogni minimo cambiamento senza una giusta preparazione sia destabilizzante e provochi anche crisi importanti. Tutto ciò si poteva evitare preparando ad esempio la fase di transizione tra le due equipe terapeutiche e l’acclimatazione progressiva dei pazienti. Invece è stata seguita una procedura dettata da priorità amministrative che ha messo in secondo piano gli effetti gravi che tale trasferimento avrebbe comportato».
I genitori degli autistici ritengono poi «inaccettabile e discutibile la motivazione che l’Ats ha fornito legata all'esaurimento dei fondi extra budget. L'autismo non sparisce con le dimissioni e occorre costruire un progetto di vita anche garantendo continuità assistenziale e terapeutica sia per i minori che per gli adulti autistici».
Quindi l’appello a tutte le istituzioni e alla Regione «per evitare ulteriori e dannose ripercussioni».
«Dopo il trasferimento dell’Uonpia a San Camillo, ancora una volta le famiglie assistono inermi a decisioni calate dall'alto senza alcuna condivisione e un piano individuale adeguato e senza nessuna considerazione del progetto di vita di ognuna di queste persone», dicono i presidenti Giovanna Tuffu, Speranza Ortu e Pierangelo Cappai.
«Sono anni che si parla di autismo, che si organizzano iniziative di sensibilizzazione per far conoscere questo disturbo – dicono – e invece è accaduto che una struttura pubblica, dalla quale ci si sarebbe aspettati una certa delicatezza, sensibilità e programmazione nell’assumere determinate decisioni, abbia agito con estrema superficialità e improvvisazione».
Con dolore e rammarico le associazioni hanno letto sui giornali « le scene strazianti degli adulti autistici portati via da una struttura all’altra, che hanno reagito con grande difficoltà allo spostamento. Eppure è ben noto quanto ogni minimo cambiamento senza una giusta preparazione sia destabilizzante e provochi anche crisi importanti. Tutto ciò si poteva evitare preparando ad esempio la fase di transizione tra le due equipe terapeutiche e l’acclimatazione progressiva dei pazienti. Invece è stata seguita una procedura dettata da priorità amministrative che ha messo in secondo piano gli effetti gravi che tale trasferimento avrebbe comportato».
I genitori degli autistici ritengono poi «inaccettabile e discutibile la motivazione che l’Ats ha fornito legata all'esaurimento dei fondi extra budget. L'autismo non sparisce con le dimissioni e occorre costruire un progetto di vita anche garantendo continuità assistenziale e terapeutica sia per i minori che per gli adulti autistici».
Quindi l’appello a tutte le istituzioni e alla Regione «per evitare ulteriori e dannose ripercussioni».