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Sassari

Sassari, «Viviamo barricati dentro casa»

Luca Fiori
Sassari, «Viviamo barricati dentro casa»

I residenti del quartiere ostaggi di un piccolo locale gestito da nigeriani: feste e musica fino all’alba

17 luglio 2021
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SASSARI. «Per rientrare a casa dobbiamo chiedere il permesso a questi signori che stazionano sul gradino del nostro portone e ci guardano con aria di sfida. Se chiediamo di abbassare il volume della musica alle tre del mattino, se osiamo suggerire di non urinare in mezzo alla strada o supplichiamo queste persone di non spaccare bottiglie di birra nel cuore della notte siamo razzisti. No, sono siamo razzisti, siamo disperati perché da anni ci sentiamo assediati e privati della nostra libertà».

Hanno paura di farsi fotografare e chiedono che i loro nomi non finiscano sul giornale per non subire ulteriori ritorsioni, ma sono esasperati e al giornale hanno deciso di raccontare come è cambiata via San Donato negli ultimi vent’anni e cosa succede ogni notte in questo angolo di città dimenticato da molti.

I residenti che si sono rivolti alla Nuova Sardegna per far sapere a tutti - politici per primi - come si viva a pochi metri da un locale che spara musica a palla tutte le notti, ci tengono a sottolineare che il razzismo con la loro protesta non c’entra assolutamente niente.

«Viviamo qui da più di vent’anni - raccontano nel salone di casa, dopo aver chiuso le finestre per paura che qualcuno veda o senta qualcosa - e quando siamo arrivati questa era una zona bellissima. C’erano ancora che le vecchiette che si sedevano davanti al portone con la sedietta e i bambini che giocavano per strada». Negli ultimi anni molti sassaresi hanno deciso di andare via e la maggior parte delle case sono state prese in affitto dalla comunità nigeriana. «Prima avevano dei vicini di casa senegalesi - raccontano - erano delle persone eccezionali con le quali siamo ancora in ottimi rapporti di amicizia. Ma anche per loro che hanno dei bambini piccoli vivere qui era diventato impossibile e qualche anno fa sono andati via. Qui la notte è impossibile dormire - prosegue il racconto dei residenti - da una certa ora parte la musica nel locale dei nigeriani e fino a notte fonda non si ferma, nonostante le nostre continue richieste».

Il locale è finito più volte nel mirino delle forze dell’ordine. Polizia, carabinieri e polizia locale a turno lo hanno chiuso e sanzionato, ma alla fine ha sempre riaperto. «Una volta gli era stata sequestrata la strumentazione per fare musica - raccontano i due abitanti della zona - ma poi l’hanno ricomprata e hanno ripreso a comportarsi come una discoteca. Qualche notte fa la festa è proseguita fino alle tre del mattino - aggiungono - e nessuna delle forze di polizia che abbiamo chiamato è intervenuta. Avere un dialogo con queste persone non è semplice - concludono - ci hanno individuato come i nemici che chiamano le forze dell’ordine e ci dicono che siamo razzisti. Non lo siamo, abbiamo figli e nipoti e vorremmo solo tornare ad avere una vita normale nel nostro quartiere - concludono - dove tutti sono i benvenuti, ma solo se stanno alle regole e non si comportano da padroni».

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