La Nuova Sardegna

Sassari

«Bonifiche, imprese sarde ignorate»

«Bonifiche, imprese sarde ignorate»

Protesta della sezione “Simon Mossa” del Psd’Az: l’Eni rispetti gli impegni presi

17 agosto 2021
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PORTO TORRES. «La Regione deve chiedere ad Eni il rispetto degli impegni presi nella zona industriale della Marinella: le aziende locali continuano infatti ad essere escluse dagli appalti delle bonifiche e non è più tollerabile una situazione di questo genere».

La protesta arriva dalla sezione cittadina del Partito sardo d’Azione “Antoni Simom Mossa” congiuntamente al gruppo sardista in consiglio comunale. Secondo i sardisti le aziende isolane continuano a non trovare spazio nelle attività di bonifica dell’area industriale, dove si affermano imprese di oltre Tirreno.

«Dopo anni di promesse da parte di Eni, è arrivato il momento di dire basta: ambiente, salute, occupazione e sviluppo sembrano rimanere solo slogan utilizzati dalle multinazionali per narcotizzare momentaneamente il territorio». Il riferimento dei rappresentanti sardisti va ai due grossi lotti dell'appalto più importante del progetto di bonifica, valore presunto di 22 milioni di euro, che sarebbero già stati assegnati alle ditte provenienti dalla Sicilia. «In particolare l'appalto riguarderebbe le attività di scavo dei materiali in area Minciaredda nord – precisano –, compreso il trasporto in piattaforma e il successivo rinterro delle depressioni di bonifica presso il sito Eni Rewind di Porto Torres. E la gestione dei materiali provenienti principalmente dallo scavo in area Minciaredda Nord, in area piattaforma polifunzionale del Progetto Nuraghe, e nel settore dello stabilimento di Enirewind denominato Minciaredda sud. La Regione Sardegna, la Provincia di Sassari e il Comune di Porto Torres, insieme a tutti i Comuni dell’area vasta devono esercitare il ruolo di garanti degli accordi siglati con il protocollo d'intesa del 2011. Nel territorio del Nord-ovest che cerca la ripresa, non è più ammissibile assistere al fallimento delle imprese locali per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti».

La sezione del Psd’Az e il gruppo consiliare sostengono la necessità di «mettere al primo posto la tutela delle imprese sarde nel rispetto degli accordi di programma firmati nel 2011. Non esiste un'idea di ripresa in questo territorio se non si parte dalla tutela delle poche aziende rimaste che a fatica cercano di andare avanti». (g.m.)

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