La Nuova Sardegna

Sassari

Bisarcio, al via gli scavi nell’area della basilica

di Barbara Mastino
Bisarcio, al via gli scavi nell’area della basilica

Il mulino e il cimitero gli obiettivi dei lavori finanziati dalla Fondazione Sardegna Anche la Soprintendenza e l’Università di Sassari coinvolte nella supervisione

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OZIERI. Ha preso il via ieri la campagna di scavi nel sito medievale di Bisarcio, dalla quale si attendono risultanze importanti sulla vita della popolazione locale non solo nel periodo giudicale ma anche nelle epoche successive al ‘300. I siti di interesse sono anche quest’anno l’area del vescovato adiacente alla basilica di Sant’Antioco e il vicino cimitero: in quest’ultimo si cercheranno eventuali corpi e reperti mentre nella canonica si indagherà in particolare nell’area dove nella precedente campagna era stata rinvenuta un’imponente macina.

La presenza di un mulino, per i cereali (lo scorso anno furono trovati chicchi di grano carbonizzati) o l’olio, nell’area vescovile segnala il ruolo non solo religioso ma anche civile ed economico del clero vescovile di Bisarcio. L’auspicio è che lo scavo di quest’anno consenta di datare il manufatto e quindi di avere importantissime informazioni sulla condotta di vita delle popolazioni e sulla presenza di una attività economica nel sito anche in epoche successive al Medio Evo. «L’area del mulino, ora ricoperta da pomice per garantirne la protezione secondo le disposizioni ministeriali – spiega il direttore dello scavo Marco Milanese, docente di Archeologia Medievale –, sarà riaperta e ampliata (per una decina di metri, più o meno sino all’antistante mandorlo ndc) e qui si concentrerà lo scavo, che analizzerà anche il vicino cimitero. I reperti ritrovati saranno poi analizzati nel pomeriggio dopo ogni mattinata di scavo, in un laboratorio che sarà allestito anch’esso all’aperto per garantire anche il rispetto delle norme sanitarie».

Norme che condizionano non poco questa edizione della campagna, che infatti è in realtà quella del 2020, e che vede sul posto appena sedici ricercatori (tra cui quattro spagnoli) dei quali solo la metà alloggeranno nei locali messi a disposizione dalla società religiosa di Sant’Antioco. Il comitato, con San Martino Acque e le serre Agrisun, è uno degli sponsor principali dello scavo, finanziato dalla Fondazione Sardegna (terza tranche da 10 mila euro di uno stanziamento triennale) con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Ozieri, l’autorizzazione del Ministero della Cultura e la supervisione della Soprintendenza con l’Università. L’obiettivo finale, oltre alla ricerca in sé, è la realizzazione di un volume sulle risultanze della campagna decennale di scavo, che insieme con i precedenti saggi pubblicati sulla prestigiosa rivista storica “Archeologia Medievale”, contribuirà a far conoscere il sito medievale di Bisarcio in tutto il mondo.

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